ROMA (WSI) – Sono ore concitate a Mosca, dopo le rivelazioni del Financial Times , secondo cui Vladimir Putin avrebbe inviato in Siria, alla fine del 2015, un agente 007 allo scopo di convincere il presidente siriano Bashar al-Assad a rassegnare le dimissioni. Una missione che si è conclusa con un evidente fallimento.
L’FT ha riportato le indiscrezioni di alcuni funzionari di intelligence che, per ovvi motivi di sicurezza, hanno optato per l’anonimato.
A recapitare il messaggio di Putin ad Assad sarebbe stato il generale Igor Sergun, responsabile dell’agenzia di intelligence militare GRU, poi deceduto il 3 gennaio scorso a soli 58 anni, in circostanze misteriose.
Alcuni hanno parlato di un arresto cardiaco, che avrebbe provocato la sua morte a Mosca, ma la società di intelligence Stratfor ha ribattuto che il generale è in realtà deceduto mentre si trovava in Libano. Una fonte ha poi riferito all’agenzia di stampa russa LifeNews:
“Tra le ragioni della sua morte l’eccessivo carico di lavoro, la mancanza di sonno e tutti gli altri sintomi legati alla sua posizione”.
Le fonti riportano che Sergun si è recato a Damasco per incontrare Assad che, alla richiesta di dimettersi, ha risposto “con rabbia”, affermando che la Russia non avrà alcun futuro in Siria senza di lui al potere.
Sembra che i rapporti tra Assad e la Russia siano ecisamente peggiorati da quando Mosca ha iniziato a bombardare alcuni siti apparentemente controllati dall’Isis, in Siria, nell’ultima settimana del settembre del 2015. E da quando, dunque, gli Usa e gli alleati hanno criticato apertamente la simpatia che il presidente russo ha sempre mostrato di avere per Assad.
Gli stessi sostenitori di Assad, dopo l’iniziale entusiasmo per l’intervento russo in Siria, guarderebbero con crescente sospetto a Mosca, consapevoli del fatto che Vladimir Putin non è certo lì solo per aiutarli, ma vuole qualcosa in cambio.
Intanto Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha commentato le indiscrezioni dell’Ft relative al presunto viaggio Damasco del generale, poi deceduto, “non vere”, senza aggiungere altro.