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Slovenia: 4,8 miliardi di euro per ricapitalizzare le banche

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ROMA (WSI) – La Slovenia avrà bisogno di 4,778 miliardi di euro per ricapitalizzare le sue banche in crisi. L’annuncio arriva dal governatore della banca centrale slovena Bostjan Jazbec, che ha comunicato i risultati degli stress test supervisionati dalla Ue.

I test miravano a determinare se il Paese riuscirà a risanare le banche senza finanziamenti europei o meno. Circa tre miliardi dovranno essere immessi nelle tre banche pubbliche, che verranno ricapitalizzate “subito dopo l’autorizzazione della Commissione europea” ha precisato il governatore. Al termine del riassetto “le banche slovene saranno le meglio capitalizzate in Europa” ha detto Jazbec, “e per i clienti non cambierà nulla”.

Il governo di centrosinistra di Alenka Bratusek aveva annunciato di aver accantonato 4,7 miliardi di euro per rafforzare un settore oppresso dai crediti in sofferenza. La piccola repubblica alpina della ex Jugoslavia, in recessione dal 2011, era tra i candidati a un salvataggio europeo, proprio per lo stato drammatico del settore bancario.

Tassi & Congiuntura: in area Euro tassi in lieve rialzo questa mattina, in modo particolare per i bond periferici. Il tasso biennale tedesco è arrivato ai massimi da tre mesi. I fattori che stanno impattando sono molteplici. Da un lato il rialzo dei tassi Usa nelle ultime ore di contrattazioni di ieri in vista dell’ipotesi tapering a dicembre, dall’altro le dichiarazioni del capo economista della BCE Praet sulla possibilità di trattare i titoli di stato in portafoglio delle banche in modo tale da richiamarne anche i rischi associati. Lo stesso Praet inoltre non ha escluso ulteriori manovre da parte della BCE, ad esempio nel caso in cui vi fosse bisogno di bilanciare i potenziali effetti sul’economia di breve termine dell’Asset Quality Review.

Nel frattempo i ministri finanziari dei 28 paesi dell’Unione hanno raggiunto un primo tentativo di accordo preliminare per individuare i primi elementi del futuro meccanismo unico di gestione delle crisi bancarie che avrà come oggetto le 128 banche che da fine 2014 saranno sotto la vigilanza BCE. L’ipotesi è di arrivare ad un accordo definitivo tramite un trattato intergovernativo da approvare entro marzo 2014, ossia prima dello scioglimento del parlamento europeo. Il pre-accordo prevede il contributo di azionisti ed obbligazionisti nel caso di ristrutturazione bancaria con partenza anticipata al 2016 e non nel 2018 come prima indicato. Le trattative sono attese chiudersi in occasione della prossima riunione dei ministri finanziari prevista per il 18 dicembre.

Nel frattempo la francese Daniele Nouy è stata confermata dal parlamento europeo come prossimo capo del futuro ramo della Bce che si occuperà della vigilanza bancaria. Negli Usa tasso decennale in rialzo fino a raggiungere il 2,85%, immediatamente dopo l’esito dell’asta del T-note decennale che ha visto una partecipazione degli investitori domestici al livello più basso da agosto 2012, con un tasso in sede d’asta superiore a quello presente sul secondario. Al contempo, il raggiungimento dell’accordo bipartisan su un arco biennale sul tema deficit (già oggi atteso il primo voto al Congresso), ha aumentato l’attesa di tapering già a dicembre.

Il ragionamento è il seguente: dopo i buoni dati sul mercato del lavoro ed in assenza delle incertezze dopo il compromesso bipartisan, la Fed avrebbe via libera per iniziare a rimuovere parte del piano di acquisti di asset. Oggi il focus sarà sulle vendite al dettaglio di novembre. Nel frattempo, in base a quanto riportato da diverse fonti di stampa, Stanley Fischer (ex governatore della banca centrale israeliana) potrebbe entrare nel board della Fed in qualità di vice-presidente.
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Valute: l’euro ha toccato la soglia di 1,38, avvicinandosi ulteriormente ai massimi del 2013. Oggi il dato sulle vendite al dettaglio di novembre potrebbero rappresentare l’ultima indicazione ultime per comprendere se la Fed inizierà o meno il tapering il prossimo 18 dicembre. Nel breve prima resistenza in prossimità del recente massimo 2013 (1,3830) e successivamente area 1,39. Yen piuttosto stabile verso le principali valute nonostante le vendite generalizzate sulle borse mondiali, inclusa quella nipponica.

Verso euro il cambio continua a restare compreso tra il supporto 140 e la resistenza 142,20. Lieve deprezzamento per il franco svizzero verso euro dopo che il cambio eur/chf aveva toccato i minimi da 7 mesi ieri. Stamani la banca centrale ha ribadito il floor all’1,20 verso euro. Sterlina in deprezzamento dopo che il membro BOE Weale ha dichiarato che dall’estate c’è stato un declino “forte ed inatteso” dell’inflazione, riducendo così le aspettative di aumento dei tassi nonostante l’economia in miglioramento.

Tra le principali valute in deprezzamento il dollaro australiano penalizzato dal tasso di disoccupazione sui massimi dal 2009. Da ieri si è assistito anche ad un tendenziale deprezzamento delle valute emergenti con il real brasiliano, il peso messicano e la rupia indiana ed indonesiana tra le più penalizzate. Segnaliamo anche il nuovo minimo storico della lira turca verso euro. In deprezzamento anche lo yuan cinese su timori di revisione al ribasso delle stime di crescita del paese durante la conferenza economica annuale dei leader politici che stabiliranno i target per il 2014. La conferenza è attesa terminare oggi o domani.

Commodity: seduta in lieve calo per l’indice generale GSCI ER, caratterizzato da un andamento divergente tra i vari settori. All’interno del comparto energetico (-0,2%) si è messo in evidenza il gas naturale che ha toccato il livello massimo da oltre sette mesi sulla scia delle basse temperature negli Usa, che, secondo gli speculatori, potrebbero portare ad una diminuzione delle scorte più ampia di quella prevista.

Ieri il greggio è stato caratterizzato da un andamento contrastato: mentre il Brent è riuscito a chiudere in positivo (+0,3%), il WTI è risultata la peggiore commodity con una perdita di oltre l’1%. Nonostante il fortissimo calo delle scorte di greggio infatti, quelle di gasolio e diesel sono cresciute oltre le attese. Il miglior settore è risultato quello dei metalli non ferrosi (+0,8%) con il rame tornato sui massimi da oltre un mese.

I metalli preziosi chiudono invece la sessione di ieri in negativo (-0,3%) con l’oro tornato sotto i 1260$/oncia. Il settore agricolo (+0,4%) è stato caratterizzato da un andamento divergente; in evidenza il cotone tornato ai massimi da quasi due mesi. Questa mattina sia il greggio che l’oro oscillano intorno ai valori di chiusura di ieri.

Azionario: giornata negativa per i principali listini mondiali sulla scia dell’aumentata probabilità di una partenza anticipata del tapering da parte della Fed dopo il probabile accordo di bilancio negli Usa tra Repubblicani e Democratici che sembra scongiurare un nuovo shutdown ad inizio anno. In Europa ieri sono calati tutti i principali indici guidati dai ribassi dell’Ibex e del Ftsemib. L’indice Stoxx 600 ha perso lo 0,5% con le risorse base, l’immobiliare ed i finanziari che hanno registrato le perdite maggiori. Tra i principali indici, il Ftsemib è stato il peggior listino del continente con una perdita di poco inferiore all’1,5% in una seduta caratterizzata da un peggioramento nel pomeriggio.

Tra i singoli titoli forte calo per Eni (-2,2%) forse a causa di un downgrade da parte di una banca d’affari estera. Pesante ribasso per Mediolanum (-6,9%) a causa del collocamento del 5,61% del capitale da parte di Fininvest. Nel settore bancario forte calo per la Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio (-11% circa) anche se Bankitalia ha smentito le ipotesi di aumento di capitale. Questa mattina prosegue il ribasso dei listini europei nelle fasi iniziali degli scambi. Negli Usa i listini azionari hanno chiuso in ribasso per il secondo giorno consecutivo con l’indice S&P500 che ha messo a segno il calo più marcato da 1 mese.

Tutti i principali settori hanno chiuso in negativo in particolare quelli legati alle risorse base, healthcare, industriali ed energetici. I volumi sono stati superiori rispetto alla media dell’ultimo mese, in particolare sull’indice Dow Jones. Anche sul fronte emergente i listini hanno registrato delle perdite con l’indice MSCI EM in calo dell’1% circa.

Negativi i listini cinesi su timori che il governo possa abbassare le stime di crescita del paese per il 2014 durante la conferenza annuale economica attesa terminare oggi o domani. Tra i cali peggiori segnaliamo quello brasiliano (-1,8%) con il real brasiliano che è stato anche una delle valute che si è più deprezzata. Questa mattina i mercati emergenti stanno perdendo per il terzo giorno consecutivo con quasi tutti i principali listini asiatici in territorio negativo. In calo anche la borsa giapponese.

INFORMAZIONI DI STAMPA SUI TITOLI

ALITALIA – Secondo quanto riportato dalla stampa, la compagnia aerea emiratina Etihad dovrebbe prendere una decisione in merito ad eventuali investimenti nella società entro Natale.

BANCA CARIGE – L’agenzia di rating Moody’s ha annunciato di aver ridotto il giudizio di lungo termine sulla banca a “B3” dal precedente “B2” con outlook negativo; il declassamento deriva dall’ “ulteriore deterioramento della qualità degli asset e della redditività nel terzo trimestre 2014”.

CATTOLICA ASSICURAZIONI – La società ha annunciato che emetterà bond subordinati per un ammontare complessivo di massimo 100Mln€ per rafforzare il profilo finanziario del gruppo in vista della probabile acquisizione di Fata Assicurazioni.

ENEL GREEN POWER – La società ha annunciato di aver avviato i lavori per la costruzione di un nuovo parco eolico in Messico. La realizzazione di tale parco richiede un investimento complessivo di quasi 200Mln$ nell’arco temporale 2013-2017; il contratto relativo al progetto prevede due accordi di fornitura di energia di lungo termine per un valore stimato di 485Mln$ circa.

ENI – La società ha avviato sette progetti di esplorazione e produzione nelle regioni Calabria, Marche e Sicilia per un investimento complessivo di 2,6Mln€.

MEDIOBANCA – La società ha concluso un piano di buyback delle proprie obbligazioni senior unsecured da oltre 378Mln€ dopo che l’ammontare massimo era stato fissato ad 1Mld€.

MONCLEAR – La società ha annunciato che la domanda istituzionale relativa all’IPO è stata di 31 volte l’offerta; il prezzo è stato fissato al massimo della forchetta (10,20€ per azione) e l’inizio delle contrattazioni è previsto per il prossimo lunedì. Il prospetto relativo all’IPO è stato approvato questa mattina dalla Consob.

JUVENTUS – Secondo quanto riportato dalla stampa, l’uscita dalla Champions League della squadra bianco nera porterà ad una perdita economica per la società compresa nel range 20-30Mln€.

RBS – Il Dipartimento di Giustizia Usa ha condannato la società a pagare una multa da 100Mln$ per aver violato accordi commerciali verso Iran ed altri Paesi. Inoltre, la banca britannica ha annunciato che il direttore finanziario Nathan Bostock lascerà il gruppo tra due mesi.

CHEVRON – La seconda maggiore compagnia petrolifera Usa ha dichiarato un piano d’investimenti da quasi 40Mld$ destinato alla sola esplorazione nel corso del 2014.

FACEBOOK – La settimana prossima il titolo della società entrerà a far parte dell’indice S&P 500 ed andrà a sostituire quello di Teradyne.