Smart working e telelavoro, le differenze
Spesso utilizzati come sinonimo l’uno dell’altro, in realtà smart working e telelavoro sono due modalità alternative all’impiego in ufficio ben distinte.
Il primo termine, un anglicismo maccheronico esistente solo in Italia con la seguente accezione, si riferisce a un impiego nel quale il lavoratore dispone in modo autonomo di orari e modalità di lavoro, assumendosi primariamente l’obbligo di conseguire il risultato.
Per smart working, o lavoro agile, si intende pertanto una forma di flessibilità che va ben al di là del semplice “lavorare da casa”. Infatti, è considerato smart working il lavoro organizzato in modo tale da meglio conciliarsi con le esigenze extra-lavorative dell’individuo.
Ad esempio, lavorare durante gli spostamenti in treno, o – se ciò è più funzionale ad altre attività, in tarda notte o in primissima mattinata (fuori dai canonici orari d’ufficio). Nelle parole del ministero del Lavoro:
“Il lavoro agile (o smart working) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”.
Il telelavoro, al contrario, è più propriamente una modalità d’impiego a distanza che ricalca più da vicino le incombenze dell’ufficio, possono essere previsti vincoli di orario, ma soprattutto viene prevista una postazione dalla quale deve tassativamente svolgere l’attività.
In entrambe le modalità di telelavoro e smart working è previsto che le due parti concordino per iscritto il perimetro di utilizzo della modalità di lavoro. Dal punto di vista retributivo nulla cambia: al dipendente in telelavoro si applica la disciplina contrattuale prevista per la generalità dei lavoratori del comparto, anche per quanto concerne il trattamento economico, così come per il lavoratore “agile”.
I riferimenti normativi
Per approfondire la disciplina giuridica dello smart working è imprescindibile il riferimento alla legge numero 81 del 22 maggio 2017.
Per quanto riguarda invece il telelavoro, non esiste una modalità di attuazione codificata per legge, ma è possibile fare riferimento alla seguente circolare Inps datata 2015, e soprattutto al contratto collettivo di riferimento.