Mercati

SocGen, Edwards: “non i dazi, ma la Fed ucciderà il toro”

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I tanto temuti rischi derivanti dalla guerra commerciale non sarebbero che “una falsa pista”, nella ricerca dell’elemento chiave che potrebbe innescare il prossimo crollo dei mercati. Ne è convinto lo strategist di Societe Generale, Albert Edwards, noto per le sue posizioni spesso pessimiste. (Per la prima volta in 15 anni, Edwards non è stato valutato come lo strategist più influente nello European Extel poll – anche questo è stato definito dal diretto interessato come un segnale d’allarme sulla eccessiva compiacenza degli investitori).

Secondo lo strategist, più che la guerra commerciale, è più probabile che sarà la Fed a “uccidere” il mercato toro. “L’ipotesi che l’aumento di colpi di tamburo della guerra commerciale sia la causa più probabile di una recessione americana (e globale) potrebbe essere una falsa pista – anche se non può essere completamente ignorata”, ha scritto Edwards in una nota, “alcuni commentatori si aggrappano ancora alla convinzione che, siccome la curva dei rendimenti 10-2 anni non si è ancora invertita … questo predittore di recessione, quasi a prova di idiota, non ci segnala di una crisi imminente”. Secondo Edwards “tutto ciò che può dirci l’inversione della curva dei rendimenti è che la Fed ha aumentato considerevolmente i tassi di interesse”.

Gli investitori dovrebbero infatti considerare non tanto il tasso d’interesse sui fondi federali, ma lo shadow rate. Questo indicatore messo a punto dagli studiosi Jing Cynthia Wu  e Fan Dora Xia, incorpora nel calcolo anche gli effetti delle politiche monetarie non convenzionali (come il Qe) determinando il un tasso effettivo che combina gli effetti delle due politiche monetarie. A metà 2014 il tasso shadow si trovava a -3%.

Il balzo nei Fed Funds non è stato dallo 0,25% al 2,5%, ma da -3% a 2,5%”, sostiene dunque Edwards, “ciò rappresenta un restringimento dei tassi di interesse notevolmente più aggressivo di quanto non sembri a occhio nudo, e che storicamente è più che sufficiente per portare l’economia in recessione”.

In conclusione: “Se dieci degli ultimi 13 cicli restrittivi della Fed sono sfociati in una recessione, allora sicuramente, date le evidenze sopra descritte, la prossima contrazione probabilmente arriverà molto prima di quanto crede il consenso ‘compiacente’. La Fed ha già fatto abbastanza per uccidere questo ciclo”.