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Social network: ora lo shopping si fa con un tweet o un “mi piace”

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New York – Andare a fare shopping con la carta di credito è superato. Adesso pagare con un tweet, con un “mi piace” postato su Facebook oppure con 5 ceck-in su Foursquare è la nuova realtà. Parecchie aziende hanno, infatti, sperimentato sistemi di pagamento che non comportano l’uso del denaro, bensì si basano sul coinvolgimento dei consumatori sui social network.

Kellogg’s, per esempio, ha realizzato nel centro di Londra un pop up shop (ovvero un negozio aperto solo per breve tempo) dove si acquista a suon di tweet. Per pagare una confezione di Special K Cracker Crisps, il cui costo si aggira sui 60 pense, è sufficiente postare un “cinguettio” accompagnato dall’hashtag #tweetshop. In SudAfrica, a Cap Town, è stata addirittura installata una tweet vending machine di bevande. Invece di inserire le solite monetine si inviano 140 caratteri con l’hashtag #bostweet4t e il distributore consegna una lattina di the.

Naturalmente il meccanismo è ancora più semplice quando si tratta di acquistare contenuti on line (per esempio scaricare un libro, un brano musicale, una app). E il sistema è alla portata di tutti grazie a un servizio web gratuito, Pay with a tweet, che permette di creare un pulsante a cui collegare il download di un contenuto.

Se il vantaggio per chi acquista è evidente, che cosa ci guadagna chi vende? La risposta è semplice: notorietà. Attraverso il passaparola veicolato dai social network, la conoscenza di un prodotto o di una marca aumenta rapidamente in maniera esponenziale. Le segnalazioni passano di bacheca in bacheca e raggiungono un numero sempre più vasto di persone. E’ una sorta di baratto: io ti do un prodotto, o un servizio, e in cambio tu parli di me alla comunità dei tuoi amici, al tuo network on line.

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