GINEVRA (WSI) – Il solare e’ stata una bolla industriale che rischia di esplodere, per farlo ripartire va pertanto rimesso completamente in questione. Lo sostiene François Gabella, dirigente di LEM, leader mondiale nella produzione di contatori di corrente elettrica.
Dai suoi uffici di Ginevra, in Svizzera, a Plan-les-Ouates, dove lavorano 1.200 dipendenti, l’ex direttore di ABB Sécheron e di Tesa offre un’analisi tecnica ed economica di un settore, il solare, in piena crisi.
Il gigante tedesco Bosch si e’ ritirato da quello che e’ un mercato ormai saturato, il leader mondiale cinese Suntech e’ in fallimento, mentre il produttore svizzero di macchine per lavorare il silicio, Meyer Burger, e’ in perdita.
In un’intervista a Le Temps, Gabella spiega che il settore paga le promesse ingannevoli di crescita del 2008. Il mercato si trova pertanto oggi in un periodo di “forte saturazione”.
“E’ una bolla industriale. Aspettando la domanda futura, assisteremo a una distruzione della capacita’, e’ logico. Il grande problema del settore e’ che riposa su fondamentali artificiali: continua a dipendere dalla volonta’ delle politiche degli Stati e dalle loro capacita’ finanziarie”.
Di conseguenza questo modello non funziona senza sovvenzioni e aiuti pubblici. I costi di produzione sono superiori ai prezzi di mercato.
Rispetto ad altri settori energetici, c’e’ in realta’ chi sostiene che i costi del solare stiano diventando competivi. Secondo il manager siamo ancora ben lontani da raggiungere questo punto.
“La maggior parte degli studi in materia tende a confrontare i prezzi del solare con quelli pagati dal cliente finale, quando il vero valore di riferimento dovrebbe essere il costo di produzione delle centrali tradizionali che e’ notevolmente piu’ basso. Da qui la necessita’ di ottenere sovvenzioni.
In futuro il solare, almeno in termini di volumi, dovrebbe continuare a crescere, secondo Gabella. “Tuttavia, vista la forte saturazione attuale, ci vorra’ del tempo prima che il mercato si riassesti, e qualche societa’ sparira’“.
Per rilanciare le dinamiche di prezzo, come avviene per tutti i mercati, bisogna risolvere prima il problema della sovracapacita’. “Mentre Bosch, Siemens, Suntech gettano la spugna, ci sono altri nuovi attori che grazie alle sovvenzioni si lanciano nella bagarre”.
E’ proprio per questo motivo che non vedo un assestamento del solare prima di 1-2 anni. Dal punto di vista delle tecnologie, inoltre, non si vedono grandi innovazioni: “i pannelli sono sempre stati composti di silicio, anche 15 anni fa”.
I rendimenti dei pannelli solari sono passati dal 7% degli esordi al 20% circa di oggi. Questo costituisce un progresso considerevole, ma non si parla piu’ nelle ricerche di un rendimento del 40%, come succedeva prima.
Tra le altre fonti di energia rinnovabile, in termini di rendimento economico l’eolico offre delle prospettive migliori, ma, avverte Gabella, e’ “sulla stessa strada del solare”.
India e Cina copiano i modelli di successo europei e i metodi per potersi difendere dalla concorrenza rappresentata da queste potenza in crescita sono limitati per le societa’ occidentali. “L’unica maniera e’ puntare sull’innovazione e l’affidabilita’”, chiosa il numero uno di LEM.