ROMA (WSI) – “Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente”, diceva saggiamente l’autore del Gattopardo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Mentre resta da vedere se in Italia cambiera’ qualcosa di concreto dopo che la rivoluzione a 5 Stelle ha travolto il paese, con i neoletti che si sono insediati per la prima volta in Parlamento, un dato rimane immutato: lo scenario elettorale.
A livello di consensi e intenzioni di voto, il Movimento resta il primo partito d’Italia, il PD il secondo e il PdL terzo di un soffio. Tuttavia a livello di coalizioni, il centro destra passerebbe in vantaggio sul centro sinistra. Alle politiche di fine febbraio, grazie al voto degli elettori all’estero, il primo partito alla Camera e’ risultato il PD con 140 mila voti circa in piu’ del Movimento 5 Stelle.
Ecco i numeri di Euromedia: al centro destra andrebbe il 30% dei consensi, al centro sinistra il 28,8%. Il M5S resterebbe la prima singola forza politica italiana al 28,5%, mentre la lista Monti si dovrebbe accontentare del 5,7% (8,8% per l’alleanza di centro).
Rivoluzione Civile pressoche’ stabile al 2% (alle elezioni aveva preso il 2,2% alla Camera), Lega al 3,7% e Sel al 3,3%. Presi singolarmente, Pd e PdL si attesterebbero rispettivamente al 24,5% e al 23,2%.
Tali rilevazioni non si distanziano molto da quelle di Ipr, citate da Alessandra Ghisleri, sondaggista di fiducia di Silvio Berlusconi, il leader del Pdl. Se non fosse per un dato, importante.
Secondo la sondaggista, che cita invece i dati Ipr, al M5S sarebbe costato ben 4 punti il “tradimento” di alcuni senatori a 5 Stelle, che a Palazzo Madama hanno votato per il candidato del PD Piero Grasso, finito al ballottaggio con il presidente uscente Renato Schifani (PdL).
Per Ipr il centrodestra raggiungerebbe il 31 contro il 29,9% del centrosinistra e il 24,5% di Grillo in caduta libera dopo il sì di alcuni senatori all’elezione del Presidente Pietro Grasso contro le indicazioni di partito (la rilevazione di Euromedia, al contrario di quella Ipr, e’ stata fatta prima del caso Grasso che avrebbe fatto perdere quattro punti).
Secondo il quotidiano Libero, vicino al centro destra, “l’ottusa ostinazione con cui Bersani insegue il Movimento Cinque Stelle lo lascerà col cerino in mano, il sospetto è che lui si muova in vista di nuove elezioni e che la sua “caccia” al grillino per la formazione del nuovo governo in realtà sia un tentativo di sedurre l’elettorato grillino”.