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Sondaggi: PD guadagna 8 punti con Renzi alla guida

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ROMA (WSI) – Cosa succederebbe al centrosinistra se si tornasse oggi a votare e a guidarlo fosse Renzi?

Secondo un sondaggio Swg realizzato in esclusiva per ‘Agora’, programma di Rai Tre, otterrebbe il 36%: un risultato che realisticamente garantirebbe la maggioranza su centrodestra (28%) e Movimento 5 Stelle (26%).

Netta la differenza (8 punti di scarto) col risultato raccolto dal centrosinistra guidato da Bersani, che si fermerebbe al 28%, sotto la coalizione di centrodestra (31%) e praticamente alla pari con Movimento di Grillo (27%). Monti, invece, si attesterebbe all’8% nel primo scenario (coalizione di centrosinistra guidata da Bersani), mentre perderebbe tre punti nel secondo (Renzi leader).

Per il 42% italiani i dieci ‘saggi’ non servono a nulla se non a perdere tempo. Con la scelta di Napolitano invece si schiera il 59% degli elettori di centrosinistra. Le personalita’ incaricate di sbloccare la situazione di crisi della nuova legislatura piacciono solo al 40 percento degli italiani. D’accordo circa un elettore su 4 (27%) del Movimento 5 Stelle.

Per il 28 per cento degli intervistati, i saggi saranno in grado di indicare soluzioni utili per il Paese, mentre per il 23 percento il loro ruolo è quello di spronare i partiti a formare un governo. Il 7 percento, infine, ritiene che faciliteranno i lavori del Parlamento. (TMNews-RaiNews24)

Il 20,5% degli elettori del Movimento 5 Stelle appoggerebbe un governo Bersani, il 20,5% un esecutivo di larghe intese. Più del 40%, insomma, sarebbe a favore di un accordo con il Pd, o per sostenere Bersani o per un’intesa su un altro nome. Secondo il 38,4%, invece, i parlamentari 5 Stelle dovrebbero puntare su un presidente del Consiglio indipendente e di alto profilo. Lo rivela un sondaggio eseguito da Emg e presentato ieri sera a Servizio Pubblico su La7.

Ma Grillo continua a essere contrario a ogni ipotesi di intesa con i partiti. Se i parlamentari decidessero di votare la fiducia, lui e Casaleggio potrebbero lasciare. In caso di ritorno alle urne, secondo un sondaggio Swg, pareggio tra Pd, M5S e Pdl, tutti attorno al 25%.

Il 20,5% degli elettori del Movimento 5 Stelle appoggerebbe un governo Bersani, il 20,5% un esecutivo di larghe intese. Più del 40%, insomma, sarebbe a favore di un accordo con il Pd, o per sostenere Bersani o per un’intesa su un altro nome. Secondo il 38,4%, invece, i parlamentari 5 Stelle dovrebbero puntare su un presidente del Consiglio indipendente e di alto profilo. Lo rivela un sondaggio eseguito da Emg e presentato ieri sera a Servizio Pubblico su La7.

Di fronte all’attuale stallo politico, per gli elettori del M5S cosa dovrebbe fare il partito di Grillo? Proporre un Presidente del Consiglio indipendente di alto profilo, nel 38,4% dei casi, appoggiare un governo Bersani (20,5%), favorire e dare la fiducia a un governo di larghe intese (20,5%), spingere per tornare al voto il prima possibile (20%). E in caso di nuove elezioni? A distanza di un mese e mezzo dai risultati elettorali di febbraio, il 74,7% dell’elettorato sondato da Emg rivoterebbe M5S; il 21,6%, no; mentre gli indecisi sono il 3,7%.

Difficile però che il risultato del sondaggio venga preso in considerazione da Grillo. Nei giorni scorsi sul suo blog è stato infatti pubblicato un post in cui si sottolineava che chi ha votato M5S sperando in un accordo col Pd, ha sbagliato voto. Un concetto che oggi verrà ribadito nell’incontro con i parlamentari del movimento, dove il fondatore potrebbe tornare a ripetere quanto aveva già minacciato poco dopo le elezioni: “Se volete votare la fiducia a un governo col Pd, io e Casaleggio andiamo via”.

In caso di elezioni, pareggio Pd, M5S, Pdl

Rimane così probabile un imminente ritorno alle urne. Se si svolgessero ora nuove elezioni, secondo un sondaggio realizzato dall’istituto Swg per Agorà (Rai Tre), si confermerebbe la corsa a tre (centrosinistra, centrodestra, M5S) nello spazio di pochissimi voti, quasi un pareggio a tre. Pd e Movimento 5 Stelle sono rispettivamente al 25,5 e al 25,4 percento. A ruota il Pdl (25%) con un distacco di mezzo punto dal primo partito. In lieve crescita (+0,3%) Scelta civica, al 7,1 per cento, mentre la Lega Nord scende leggermente (-0,2%) rispetto alla settimana scorsa, attestandosi al 4,1 percento. Pressoché stabili Sel e Udc, rispettivamente al 3 e al 2 per cento. Chiudono le intenzioni di voto Fratelli d’Italia-Centrodestra nazionale (1,2%) e Rivoluzione civile (1%).

Cresce ancora (+1%) la fiducia in Matteo Renzi, che raggiunge il 56 per cento. A seguirlo nella classifica dei leader politici più apprezzati c’è Beppe Grillo (30%), che sorpassa il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, al 29 per cento. A distanza di 2 punti c’è poi Silvio Berlusconi (27%), che sale di un punto rispetto alla settimana scorsa. Ne guadagna ben 4 il premier uscente Mario Monti, ultimo nome della lista con il 23 percento.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Il Fatto Quotidiano – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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