Società

Sono instabilità e routine ad abbattere l’umore dei lavoratori italiani

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NEW YORK (WSI) – Se è vero che l’instabilità finanziaria è in cima ai pensieri degli italiani, è altrettanto vero anche la routine quotidiana è sempre più causa di stress. E’ quanto emerge da una ricerca globale svolta da Regus, il principale fornitore di spazi di lavoro flessibili, condotta su un campione di 22.000 manager e professionisti in oltre 100 paesi.

Oltre la metà degli intervistati (il 53% per la precisione) ritiene che il livello di stress sia aumentato sensibilmente rispetto a cinque anni fa. I motivi? Prima di tutto l’ instabilità del posto di lavoro (30% contro il 15% della media globale). Non solo. Parte delle tensioni si devono alle tecnologie obsolete e inaffidabili (30%), alla carenza di personale e collaboratori (27%). Ma anche la scarsa flessibilità degli orari e dei luoghi di lavoro (15%).

Come rallentare le tensioni? Tre quarti degli intervistati ritiene che un aumento della flessibilità, come ad esempio lavorare qualche volta in un ambiente diverso dall’ufficio abituale, potrebbe costituire un piccolo sollievo.

“Mentre si registra un aumento dello stress sul posto di lavoro, dovuto principalmente all’incertezza del futuro e a una combinazione di fattori in cui incidono le difficoltà tecnologiche e il dover stare seduti alla scrivania per molto tempo, il mondo del lavoro concorda sul fatto che poter svolgere la propria attività in modo agile e flessibile possa rappresentare una soluzione per migliorare la qualità della vita” ha commentato Mauro Mordini, country manager di Regus in Italia, che ha aggiunto: “Una percentuale significativa di manager e professionisti ritiene che chi lavora con maggiore autonomia e flessibilità goda di un migliore equilibrio tra vita e lavoro e che questa possibilità contribuisca significativamente ad accrescere la produttività delle persone, oltre che ad assicurare loro un migliore stato di benessere”.

D’altronde le esperienze dirette di chi lavora già in modo flessibile, come chi opera in part time, confermano questa tesi: infatti il 61% ritiene di essere maggiormente soddisfatto e meno stressato così come anche il 43% dei lavoratori autonomi e free lance, grazie ad una maggiore libertà nella gestire del tempo. (mt)