New York – Warren Buffett e George Soros insieme. I due big della finanza, insieme a un’altra ventina di Paperoni americani incluso il fondatore di Microsoft, Bill Gates, chiedono al Congresso di alzare la tassa di successione che scade il prossimo 31 dicembre. La proposta di Buffett e Soros prevede un riduzione delle esenzioni a 2 milioni di dollari dagli attuali 5,12 milioni di dollari e l’innalzamento dell’aliquota massima, portandola dal 35% a più del 45%.
Un aumento strutturato – affermano – in questo modo ”aumenterebbe significativamente le entrate per ridurre il deficit e finanziare servizi fondamentali”. Anche John Bogle, fondatore della società che gestisce il fondo comune di investimento Vanguard Group Inc., e l’ex presidente Jimmy Carter sono favorevoli. Ma la sua approvazione non si gioca affatto sul velluto.
E’ forte opposizione al Congresso, dove i Democratici al Senato e anche alcuni Repubblicani si sono uniti per sostenere gli attuali parametri della tassa di successione. Come sottolineato ai microfoni di Bloomberg anche da Carolyn Lee, senior director della politica fiscale presso l’associazione nazionale che riunisce i costruttori di Washington, la crociata di Soros e Buffett è una battaglia persa in quanto i Democratici hanno un sostegno sufficiente per conservare gli attuali parametri fiscali sul valore degli immobili.
Le modifiche alla tassa di successione sono tra le misure che dovranno approvate sia alla Camera sia al Senato prima di Natale per risolvere il fiscal cliff. Se il Congresso non troverà un accordo, l’importo da esentare scenderà a 1 milione di dollari e l’aliquota massima salirà al 55%. Il presidente Barack Obama invece vuole ripristinare i livelli del 2009, che includono una esenzione fino a 3,5 milioni dollari e una aliquota massima oltre il 45%. E’ una partita a cui restano ancora 20 giorni. E la strada non appare in discesa.