Dopo la Brexit e per via dell’incapacità delle banche centrali di alimentare la ripresa si è formata ormai “una crisi di fiducia globale”. L’allarme viene lanciato da Standard & Poor’s. L’agenzia di rating statunitense ha sottolineato come le politiche eterodosse delle banche centrali hanno peggiorato la qualità del credito.
In effetti, la ricerca di S&P mostra come sinora le politiche di ultra accomodamento monetario hanno contribuito a un aumento dei rischi finanziari, con la crescita del debito emesso dalle società che sta crescendo a un ritmo più sostenuto rispetto all’economia mondiale”.
Quello degli analisti David Tesher, Paul Watters e Terry Chan è un vero e proprio assalto alla diligenza delle banche centrali. Dal momento che “quasi metà delle aziende emittenti di corporate bond hanno un buona leverage, una correzione dei mercati creditizi globali è inevitabile”, si legge nella nota.
Anzi, gli analisti di S&P sono convinti che la correzione sia già iniziata l’anno scorso e che si durerà anche per qualche altro anno, con un aumento dei tassi di default societari“.
Anche Morgan Stanley di recente ha pubblicato uno studio in cui la banca esponeva simili preoccupazioni, affermando che la storia insegna come l’attuale ciclo di default continuerà a protrarsi per molto tempo.
Secondo le stime di S&P la bomba del debito aziendale raggiungerà i 75mila miliardi di dollari nel 2020. Le banche centrali sono in trappola e il ciclo dei default aziendali è ormai diventato una realtà, come si vede bene nel grafico qui sotto riportato.