Scampato pericolo per l’Italia. Venerdì scorso l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha confermato il rating sovrano dell’Italia a BBB anche se ha rivisto al ribasso le prospettive. L’outlook è infatti sceso a “negativo” dal precedente “stabile”, complici le deboli prospettive di crescita e le tensioni con l’Europa.
Secondo le anticipazioni dell’agenzia di rating
”lo stimolo legato alle misure” contenute nella manovra 2019 ”potrebbe rivelarsi di breve durata – tranne che per il previsto aumento degli investimenti pubblici – soprattutto dal momento che – si legge in una nota – non sembrano esserci ulteriori riforme strutturali in grado di aumentare la crescita dell’economia” italiana.
Non solo.
“Un ulteriore aumento dei rendimenti dei titoli di Stato ”potrebbe ridurre la capacità delle banche di finanziare l’economia italiana” dal momento che gli istituti ‘‘che sono il maggiore creditore del governo, sposterebbero le risorse dal settore privato soprattutto dalle Pmi”.
S&P ritiene che le politiche fiscali del governo non consentiranno al rapporto debito pil di diminuire. L’agenzia di rating si aspetta pertanto che “nei prossimi tre anni il debito lordo e il debito netto dell’Italia rimarranno al 128,5% e al 123,2% del Pil, rispettivamente”.
Riviste al ribasso anche le stime sul Pil del biennio 2018-19, che dal precedente +1,4% per entrambi gli esercizi ora sono a +1,1% sia per quest’anno che per il prossimo.