ROMA (WSI) – Se non si puo’ si fa senza. E’ questo il ‘motto’ della spending review targata Carlo Cottarelli. Un progetto ambizioso che punta a superare l’obiettivo di risparmio di 3,6-3,7 miliardi indicato per il 2015 nella Legge di Stabilita’ e a ridurre il carico fiscale nell’arco di un triennio. A giorni, il 13 novembre, Cottarelli presentera’ il suo programma di lavoro al Parlamento e nel giro di qualche mese, tra marzo e aprile, arriveranno le prime proposte concrete al Comitato interministeriale.
Gli obiettivi e la tempistica sono emersi nel corso di un briefing tecnico con la stampa al Tesoro a cui ha preso parte Cottarelli e il Ragioniere generale dello Stato, Daniele Franco, con cui il commissario operera’ a stretto contatto. Classe 1954, cremonese, Cottarelli torna in Italia dopo 25 anni trascorsi a Washington nel Fondo monetario internazionale.
Il commissario, che si e’ insediato da appena cinque giorni, ha un incarico di tre anni e la sua retribuzione, che ha deciso di tagliare del 13 per cento rispetto al tetto previsto per i dipendenti pubblici (300mila euro) sara’ di circa 260 mila euro lordi l’anno. Ha rinunciato anche all’auto di servizio. Al Fondo guadagnava 330 mila dollari netti l’anno. Un compito ingrato quello che lo attende anche se la sua non sara’ l’operazione di un solo uomo al comando.
Saranno costituti una serie di gruppi di lavoro che saranno integrati da rappresentanti di Istat, Bankitalia e Corte dei Conti e potranno avvalersi di consulenti a titolo gratuito. L’obiettivo e’ di passare al setaccio, a caccia di sprechi, tutti i comparti della spesa pubblica e le societa’ controllate che non emettono titoli sul mercato. Ma senza distruggere lo stato sociale e dialogando con i sindacati. Anche la Rai sara’ oggetto di attenzione. Non e’ escluso che nel mirino possa finire anche la spesa previdenziale. Tuttavia la priorita’ al momento appare quella di concentrarsi sui settori dove non si e’ ancora intervenuti e quello della previdenza e’ stato invece oggetto di una recente riforma.
Rimettere mano alla spesa pubblica potra’ avere conseguenze anche per il pubblico impiego e questo sara’ oggetto di approfondimento di uno dei gruppi di lavoro. Particolare attenzione sara’ poi dedicata al rapporto Giavazzi sugli incentivi alle imprese. L’orizzonte temporale del suo incarico e’ di tre anni ma il commissario spera di raggiungere dei risultati anche prima.
La Legge di stabilita’ indica in 600-700 milioni l’obiettivo di risparmio per il 2015 ma per raggiungere il target del deficit indicato senza ulteriori aumenti di tasse bisognera’ trovare altri 3 miliardi e il governo intende reperirli attraverso la revisione della spesa. In totale quindi l’obiettivo minimo e’ di circa 3,7 miliardi per il 2015.
Come ha spiegato anche il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, la spending review e’ la “condizione essenziale” per ridurre le tasse. E secondo le stime del Tesoro la revisione della spesa consentira’ una flessione della pressione fiscale maggiore di quella attualmente indicata nel quadro programmatico, a circa il 43% nel 2016.
(AGI)