ROMA (WSI) – Dopo Cottarelli e i due che l’hanno preceduto, un altro commissario della Spending Review ha rinunciato all’incarico. Se ne è andato sabato l’economista Perotti, l’uomo scelto dal governo Renzi – l’ex Fmi era invece stato cooptato dall’ex premier Enrico Letta.
“Non mi sentivo utile”, dice lunedì sera nell’annunciare le sue dimissioni. Evidentemente risulta troppo gravoso il compito di ridurre la spesa pubblica della macchina statale italiana, il cui debito pubblico supera il 132% del Pil.
Nessuno è mai resistito più di un anno nel difficile ruolo. Prima Piero Giarda nel 2012, poi Enrico Bondi nel 2013 e Carlo Cottarelli nel 2014; infine è stata la volta di Roberto Perotti, 57enne professore della Bocconi, ex docente alla Columbia University di New York con un dottorato al Massachusetts Institute of Technology. Se ne va lasciando un lavoro a metà, 6 miliardi di tagli.
Perotti, uno degli economisti più noti all’estero e in particolare in Usa dove ha lavorato, ha comunicato a Renzi l’intenzione di lasciare. L’economista esce così dal team dei consiglieri di Palazzo Chigi incaricata di effettuare tagli alla spesa pubblica.
Come riferisce in un’intervista a Beppe Servergnini su Rai3, secondo lui il varo della legge di Stabilità e i segnali dati anche in seguito dal governo indicano che la spending review «non è una priorità». La sua, aggiunge, è una “presa d’atto”. “Non mi sentivo molto utile in questo momento” ha detto l’ex commissario nello spiegare le ragioni delle sue dimissioni.