Economia

Spese militari e aiuti contro rincari: governo prepara il nuovo DEF

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Dovrebbe arrivare in settimana, forse già giovedì, il via libera del governo Draghi al DEF, il Documento di Economia e Finanza, quello contenente le politiche economiche e finanziarie decise dal Governo. Un DEF che sicuramente dovrà tener conto della guerra in Ucraina che ha sconvolto politica e mercati.
In tal senso, secondo le prime indiscrezioni, si registrerà il dimezzamento delle previsioni di crescita economica per il 2022 ipotizzate qualche mese fa, passando dal 4,2% nello scenario tendenziale al 3% nelle previsioni più ottimistiche, forse anche al 2%.

Spese militari

Per quanto riguarda le misure, queste saranno molto mirate e la portata non sarà molto ampia. In primo luogo, le più discusse, le spese militari. Il premier Mario Draghi ha detto di voler raggiungere l’obiettivo di portare le spese militari al 2% del Pil, dall’attuale 1,6%, un cambio che vuol dire passare da 26 miliardi a 35-38 miliardi.
Molti però i malumori all’interno del Parlamento. Il leader M5S Giuseppe Conte ha già fatto sapere che se sarà confermato al vertice del Movimento si opporrà.
«Noi diciamo no a un incremento massiccio delle spese militari a carico del bilancio dello Stato. Di fronte all’instabilità di questo conflitto non si può rispondere con una reazione emotiva e alcune spinte a un riarmo indiscriminato.
Anche Matteo Salvini ha operato una svolta nelle sue dichiarazioni, anche sulle armi.
“Non mi sembra assolutamente, nell’ambito delle forze politiche che sostengono il governo, che ci sia il rischio di un atteggiamento filo-putiniano. Noi la collocazione euroatlantica non la discutiamo” così Giuseppe Conte a In mezz’ora In Più, precisando che il M5S non vuole una crisi di governo, ma l’esecutivo “non ci deve mettere davanti al fatto compiuto di un incremento consistente delle spese militari”.

Aiuti contro caro-energia

Ma non solo spese militari. Nel DEF dovrebbero entrare anche nuove misure per aiutare famiglie e imprese contro il caro energia. Come riporta Il Sole 24 Ore, “una volta acquisito con il Def il nuovo scenario programmatico e i target aggiornati di finanza pubblica si deciderà se e in che misura ricorrere nuovamente all’arma del maggior deficit.
Le risorse andranno a finanziare sostegni e garanzie sui prestiti mirati per settori più colpiti da caro-energia e sanzioni, dall’acciaio alla ceramica, ma anche tessile, alimentare e vetro”.