Lo spread tra Btp e Bund decennali è in fase di allargamento da ieri. A pesare è stata la revisione al ribasso delle stime sul Pil 2019 della Commissione europea sull’Italia (da 0,2% a 0,1%) e le prospettive di un rapporto tra deficit e Pil ben superiore al 3% (al 3,5%) per il 2020 nel caso di mancata applicazione delle clausole di salvaguardia. Di fatto le nuove stime hanno aperto le porte a raccomandazioni di rientro in occasione della presentazione del country report il prossimo 5 giugno.
Per l’eventuale procedura di infrazione per deficit e debito, secondo Antonio Cesarano di Intermonte Sim, “i tempi però sarebbero più lunghi dal momento che il Consiglio europeo ha a disposizione quattro mesi per decidere in tal senso da quando la Commissione formula le sue raccomandazioni”. Di fatto, quindi, sostiene il Chief Global Strategist, “la tempistica di un’eventuale apertura di una procedura di infrazione si sposterebbe entro ottobre“.
Spread: visto ampliamento a 300 pb ma poi dipenderà da Bce
Nel frattempo, “lo scenario per il mese di maggio rimane di progressivo e graduale allargamento dello spread fino ad area 280/300 punti base”. Ieri lo spread ha iniziato a mostrare maggiore sensibilità alle dichiarazioni dal fronte politico, in particolare la possibilità evocata dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini di infrangere il tetto del 3% di deficit Pil in caso di necessità”.
Salvini ha dichiarato che il governo intende abbassare e non alzare le tasse e che se farlo vorrà dire violare i vincoli di bilancio, così sarà. Di conseguenza, lo spread potrebbe salire. Allo stesso tempo Cesarano lo vede “rientrare sotto i 250 punti base grazie a Draghi”. Dopo i dettagli del nuovo programma di TLTRO che saranno svelati il 6 giugno i Btp potrebbero tornare appetibili.
I mercati punterebbero infatti su una manovra (l’ultima dell’era Draghi) “piuttosto forte”.
A tal proposito lo strategist segnala anche le indiscrezioni stampa secondo cui il successore alla presidenza Bce potrebbe essere designato solo poche settimane prima della scadenza del mandato a ottobre, a causa di forti divergenze di opinioni sul tema.
“L’indicazione del successore avverrebbe dopo quella del presidente della Commissione Europea, anch’essa in scadenza a ottobre 2019”.