Nelle ultime sedute i rendimenti nell’Eurozona e in particolare lo spread Btp/bund sono calati bruscamente rispetto alla scorsa settimana, rassicurando gli investitori circa un possibile aumento del rischio paese per l’Italia. A partire da metà marzo lo spread italiano è passato dai 93 punti base fino a superare quota 126 lo scorso 17 maggio.
Cosa è successo? Dopo le prime rassicurazioni rilasciate dalla presidente della Bce Lagarde sul fatto che “stiamo attentamente monitorando i rendimenti”, anche altri membri della banca centrale europea sono intervenuti nelle ultime ore sottolineando che è ancora prematuro ipotizzare un brusco ridimensionamento degli acquisti di titoli di Stato dei piani di quantitative easing a giugno.
Ricordiamo che sono proprio i continui acquisti di titoli di Stato della Bce (circa 80 miliardi di euro al mese) a tenere a freno la corsa dello spread e dei redimenti sui mercati obbligazionari.
Spread, le nuove rassicurazioni
In particolare il governatore della Banque de France, Francois Villeroy, ha dichiarato che i timori di un tapering (ovvero un rallentamento degli acquisti di titoli nei piani quantitative easing) della Bce, che hanno un impattato negativo sui rendimenti, sono “ingiustificati” e l’eventuale dibattito su una riduzione del ritmo degli acquisti mensili è “puramente speculativo”. Secondo il banchiere francese la Bce sarà paziente quanto la Fed e tollererà un aumento temporaneo dell’inflazione, mentre il livello dei tassi non deve essere considerato un floor.
Anche il membro del board della Bce Fabio Panetta, in un articolo di stampa, ha dichiarato che la ripresa Ue è lontana dall’essere sostenibile. “Solo un sostenuto aumento delle pressioni inflazionistiche può giustificare una riduzione del ritmo degli acquisti di titoli di Stato pertanto parlare di frenare gli acquisti è ancora un discorso prematuro”.
Come evidenziano gli analisti di Anthilia Sgr il risultato di tutte queste rassicurazioni è stato un rapido ritorno del rendimento del Bund sotto -0.2%, e un ritorno del BTP a 10 anni ben sotto l’1%, dopo aver sfiorato l’1,2% appena pochi giorni fa. Inutile dire che i bonds della zona euro hanno continuato a performare benone.