È ancora inesistente la pagina Wikipedia alla voce “Libra”, nella communis opinio serve ancora tempo per metabolizzare l’idea che il denaro tra qualche anno non avrà più il volto di George Washington, Giuseppe Verdi, Marco Polo e della regina Elisabetta. Fino a qualche anno fa gli appassionati di fantafinanza ipotizzavano il lancio di monete proprie da parte dei magnati delle più influenti aziende internazionali immaginando i volti di Larry Page, Zuckerberg o Bill Gates sulle banconote.
È bastato meno di mezzo lustro e l’ingresso nel vocabolario mondiale della parola “blockchain” per navigare nel futuro con la nuova finanza, quella delle criptovalute che con la Libra punta a creare un sistema economico senza precedenti, una svolta epocale dalle dimensioni enormi almeno quanto l’avvento di Internet o Facebook.
Il patron è di nuovo lui, Mark Zuckerberg, il genitore uno del social network che pochi giorni fa ha dato l’annuncio rilasciando la documentazione relativa alla propria criptovaluta: Libra sarà una “stablecoin” ancorata al prezzo di svariati beni, come titoli di Stato a breve termine e depositi bancari, al fine di garantirne il valore intrinseco e mitigare potenziali oscillazioni. Il lancio sul mercato è previsto per la prima metà del 2020.
Libra di Facebook: una innovazione tecnologica notevole
La moneta consentirà di portare a termine pagamenti in modo semplice, veloce e soprattutto senza commissioni, favorendo cosi l’accessibilità di coloro che non possono usufruire di servizi bancari. Verrà gestita dalla Libra Association, consorzio senza fini di lucro che da Ginevra si occuperà di supervisionare lo sviluppo dell’intero ecosistema. Attualmente l’associazione conta 28 membri fondatori tra cui Visa, Mastercard, PayPal, Spotify, Booking, Uber, Vodafone ed Iliad su tutte.
«La nuova criptovaluta Libra introduce una notevole innovazione sull’ecosistema tecnologico su cui si basa», spiega Francesco Faenzi, Direttore della Business Unit Digital Trust di Soft Strategy. «Libra si basa su tre pilastri principali e innovativi, il primo è la possibilità di gestire un elevato numero di transazioni con notevole velocità, il secondo è che è progettata per mitigare il rischio di incidenti di sicurezza legati alla blockchain, con maggiore efficacia rispetto ad altre tecnologie. Il terzo è che la sicurezza delle transazioni è maggiore rispetto ad altre blockchain e la verifica dell’integrità dei dati è più avanzata».
«Sebbene i termini blockchain e criptovaluta siano legati tra loro – conclude Faenzi- la stessa architettura è utilizzata non solo in ambito finanziario, ma anche in applicazioni legate a sanità (condivisione di informazioni tra strutture sanitarie in modo sicuro e garantendo l’integrità dei dati), supply chain (certificazione dei processi produttivi), ambiti legali (certificazioni di atti notarili e di compravendita) o trasporti (gestione e tracciamento delle merci) per fare alcuni esempi. Dunque lo scenario che si presenta apre a nuove opportunità di evoluzione tecnologica, la tecnologia Libra è rilasciata infatti come codice open source, permettendo così di essere utilizzata anche dalle aziende per lo sviluppo di soluzioni basate su blockchain».