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Stampa tedesca: caro Draghi, non fare Superman

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Berlino – La partita per il salvataggio dell’euro è arrivata ai calci di rigore, ma la Bce non può giocare a fare Superman. Lo scrive la progressista ‘Sueddeutsche Zeitung’ (SZ), il più diffuso quotidiano nazionale, che peraltro pubblica oggi l’intervista molto critica nei confronti della Germania del presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker.

In un commento dal titolo “I mercati sono tutt’altro che una congiura internazionale” il giornale scrive che “se finora si parlava della finale per salvare l’euro, adesso siamo arrivati ai calci di rigore”.

La SZ scrive che “i salvatori dell’euro vogliono fare in caso di necessità una politica contro i mercati, ma con quale diritto? I mercati sono tutt’altro che un’oscura congiura internazionale, ma la somma di grandi e piccoli investitori, che devono prestare i soldi – quelli di cui hanno bisogno gli Stati – poiche’ con le loro entrate non ce la fanno”.

“Non hanno ragione i mercati?”, prosegue il giornale progressista, visto che “in Grecia il processo di riforme è bloccato, la Spagna è ancora all’inizio, l’Italia sembra essere di nuovo sulla via del berlusconismo ed in Francia il governo attacca l’industria, invece di creare le condizioni del successo economico. Allora in cosa dovrebbero avere fiducia i mercati?”.

Il giornale spiega che se la Bce intende comprare titoli di Stato, “questa non è una politica finanziaria solida e le conseguenze le pagheranno i cittadini sotto forma di crisi continue e di svalutazione della moneta, ma ciò nelle istituzioni europee interessa poco”.

La ‘Sueddeutsche’ sottolinea che “la Bce non è un dittatore benevolo e non ha il diritto di applicare con un colpo di mano ciò che non riesce alle democrazie”.

“Non è compito della Bce salvare il mondo contro il corso delle cose”, conclude il giornale, poichè “Superman c’è solo al cinema”. Anche il conservatore ‘Frankfurter Allgemeine Zeitung’ (Faz) scrive che l’intenzione di Mario Draghi di acquistare titoli di Stato “non è una buona idea”, poichè “gli investitori internazionali dubitano non senza ragione sulla decisa volontà riformatrice di Spagna e Italia. Anche gli acquisti di titoli da parte della Bce non potrebbero cambiare nulla a questo stato di cose”.

Su un’eventuale uscita della Grecia dall’euro la Faz scrive che “ciò costerebbe caro alla Germania, ma per dirla con un proverbio, una fine drammatica è meglio di un dramma senza fine”.