Per cambiare un’organizzazione aziendale bisogna generare paura. E’ una visione che fa discutere quella dell’amministratore delegato dell’Enel, Francesco Starace, che di fronte agli studenti della Luiss di Roma, lo scorso 14 aprile, ha suggerito di “colpire le persone opposte al cambiamento, nella maniera più plateale possibile, sicché da ispirare paura”. La “prova video” di questa lezione è disponibile già dal 21 aprile, ma è nelle ultime ore che intorno al discorso dell’ad si sta alzando l’attenzione mediatica: ieri, infatti, alcuni brani dell’intervento sono stati trasmessi in prima serata da “La Gabbia” su La7. “Bisogna distruggere fisicamente i centri di potere che si vuole cambiare”, aveva detto Starace; la domanda fondamentale è: di quali centri di potere sta parlando? Dei dirigenti conservatori o delle resistenze sindacali? La domanda che gli viene posta riguarda l’organizzazione aziendale e gli ingredienti necessari per cambiarla; anche se non esce fuori nessun riferimento diretto al mondo del lavoro il gruppo parlamentare di Sinistra Italiana ha interrogato in aula il ministro Carlo Calenda su come intende procedere nei confronti del dirigente dell’Enel.
Le parole di Starace, ricostruendo il ragionamento dell’ad, sono state le seguenti:
Per cambiare un’organizzazione ci vuole un gruppo sufficiente di persone convinte di questo cambiamento, non è necessario sia la maggioranza, basta un manipolo di cambiatori. Poi vanno individuati i gangli di controllo dell’organizzazione che si vuole cambiare e bisogna distruggere fisicamente questi centri di potere. Per farlo, ci vogliono i cambiatori che vanno infilati lì dentro, dando ad essi una visibilità sproporzionata rispetto al loro status aziendale, creando quindi malessere all’interno dell’organizzazione dei gangli che si vuole distruggere. Appena questo malessere diventa sufficientemente manifesto, si colpiscono le persone opposte al cambiamento, e la cosa va fatta nella maniera più plateale e manifesta possibile, sicché da ispirare paura o esempi positivi nel resto dell’organizzazione. Questa cosa va fatta in fretta, con decisione e senza nessuna requie, e dopo pochi mesi l’organizzazione capisce perché alla gente non piace soffrire. Quando capiscono che la strada è un’altra, tutto sommato si convincono miracolosamente e vanno tutti lì. È facile. [applausi]
Il senatore di Sinistra Italiana, Giovanni Barozzino, è dell’avviso che il modello espresso dall’ad non sia riferito solo alle innovazioni tecnologiche che richiami politiche del terrore di memoria totalitaria:
Sono idee che non esito a definire di stampo fascista, forse ispirate da quel cognome evocativo oppure dalla suggestione del “bivacco di manipoli” di cui parlava il Duce. Di certo si tratta di una strategia diametralmente opposta a qualsiasi concezione democratica del diritto del lavoro.
Starace ha diffuso in seguito precisato in un videomessaggio che i bersagli del suo intervento alla Luiss non erano i lavoratori, che di solito, dice Starace, non sono avversi ai cambiamenti, bensì “i capi di livello intermedio”. Per “convincerli in fretta” Starace conferma lo schema già espresso, anche se, tiene a puntualizzare, in Enel non è mai stata necessaria la sua messa in atto.