New York – E’ pronto a sbarcare sul mercato il primo motore elettrico realizzato senza l’utilizzo di magneti derivati dalle terre rare. Primo banco di prova sara’ nel business delle biciclette elettriche. Il merito dell’invenzione va a HVET, una startup di Chicago, che ha già ricevuto circa 7.000 ordini e gia’ pensa di incrementare la produzione.
Senza rinunciare nulla sul fronte della performance, i nuovi motori non inquinanti di fatto risolvono i problemi di rumore e di vibrazione che avevano impedito la commercializzazione dei modelli precedenti.
Al contrario dei motori a induzione e magnetici, spiega il sito specializzato Mining, per funzionare i modelli a riluttanza commutata non hanno bisogno degli elementi chimici noti come terre rare. La casa automobilistica Usa Nidec Motor ha gia’ incominciato i primi test e il vicepresidente Nieberle Scott e’ convinto che sia possibile ottenere lo stesso tipo di prestazioni senza bisogno di utilizzare magneti realizzati con terre rare.
Negli ultimi tempi, l’accesso alle forniture di terre rare e’ diventata una questione politica, dal momento che la Cina controlla attualmente il 95% della produzione mondiale. Pechino ha spesso dimostrato la sua riluttanza alle esportazioni in caso di controversie con i rivali economici.
Le auto elettriche comuni disponibili al momento sono alimentate da batterie speciali per immagazzinare energia e per la costruzione delle stesse vengono impiegati materiali facenti parti del gruppo di 14 materie prime fra cui, appunto, le terre rare.
Per capire come funzionano i motori SRM nello specifico, basti sapere che utilizzano un rotore in acciaio a velocita’ variabile il quale gira all’interno di un alloggiamento che contiene fasci di fili.