ROMA (WSI) – Rivoluzione in arrivo tra gli statali. Nella bozza del nuovo testo unico sul pubblico impiego spariscono due delle certezze indissolubili che caratterizzano il lavoro nella Pubblica amministrazione: il posto fisso a vita e gli scatti automatici.
A decretare la fine del posto fisso, un sogno per tanti italiani, il testo del provvedimento a pagina 72 che prevede per tutte le amministrazioni l’obbligo di comunicare annualmente al Ministero le eventuali “eccedenze di personale rispetto alle esigenze funzionali o alla situazione finanziaria”.
Ma cosa succede a queste eccedenze di personale? Verranno spostate in un altro ufficio, nel raggio di 50 chilometri altrimenti verranno poste in mobilità, quindi non lavoreranno e prenderanno l’80% dello stipendio insieme ai contributi per l’accesso alla pensione. Decorsi due anni, se non riescono a trovare un altro posto, anche accettando un inquadramento contrattuale più basso, quindi con uno stipendio più basso, il loro rapporto di lavoro si “intende definitivamente risolto”.
In verità la norma non è nuova ma è prevista tutt’oggi, solo che non viene applicata: la differenza, se dovesse essere approvato così com’è il decreto è che le assunzioni verranno bloccate e il dirigente dell’ufficio pubblico subirà anche un procedimento disciplinare.
Oltre alla certezza del posto fisso a vita, con il decreto sul pubblico impiego allo studio dei tecnici di governo, cade anche l’altro pilastro del pubblico impiego, gli scatti di anzianità che vengono così cancellati in via definitiva. Annualmente i dipendenti verranno valutati dai loro dirigenti per il lavoro che hanno svolta e sulla base di queste “pagelle” verrà loro assegnato o meno un aumento. Una possibilità però che verrà data solo al 20% dei dipendenti per ogni amministrazione.
Tra le altre novità, l’obbligo di conoscere la lingua inglese sarà un requisito indispensabili per accedere ai concorsi pubblici, la visita fiscale sarà automatica in caso di assenze il venerdì e nei prefestivi, il procedimento disciplinare dovrà svolgersi entro massimo 30 giorni, stop all’indennità di trasferta e buonipasto uguali per tutti, 7 euro al giorno. Quando entrerà in vigore la riforma? I tempi non sono certi: forse già a settembre o febbraio del prossimo anno.
Fonte: Corriere della Sera