Ci sono forti segnali che la Federal Reserve, la banca centrale americana, e’ intenzionata ad annunciare un rialzo dei tassi di 50 punti base nel corso della prossima riunione del Federal Open Market Committee (FOMC), il comitato ristretto per le politiche monetarie, in programma per il 16 maggio.
Secondo alcune fonti vicine alla banca centrale Usa, per esempio, il presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, continuera’ certamente a fornire segnali ai mercati sulla politica dei tassi.
Anche dal punto di vista del mercato, un rialzo dei tassi dello 0,5% appare quasi scontato – gli indicatori tecnici segnalano una probabilita’ del 70%.
Quindi se la Fed decide un ritocco inferiore ai 50 punti base, rischia di ottenere l’effetto contrario rispetto a quanto desiderato da Greenspan.
L’obiettivo primario della banca centrale americana e’, infatti, frenare la crescita dei mercati americani e, a seguito del recente rialzo del tasso d’inflazione, agire su quest’ultima in modo da diminuirne la volatilita’.
Ma la probabile ondata di acquisti sui mercati finanziari che seguirebbe un rialzo inferiore ai 50 punti base finirebbe per distruggere l’obiettivo della Fed.
Segnali di un rialzo dei tassi a 50 punti base vengono ampliamente confermati da piu’ fonti (le indicazioni di un rialzo dei tassi provengono a livelli sia ufficiali che ufficiosi):
– Alan Blinder, ex presidente della Fed, sostiene che Greenspan ha decisamente cambiato strategia, dimostrandosi molto piu’ prodigo di informazioni sul rialzo dei tassi di quanto non lo fosse nel passato. Solo un anno fa era impensabile poter prevedere un rialzo dei tassi cosi’ facilmente.
– Robert McTeer, direttore della Fed di Dallas, era l’unico, fino all’anno scorso, a schierarsi contro un rialzo dei tassi. Oggi anche lui ha cmabiato idea e ha cominciato a predicare il verbo di una stretta monetaria necessaria a frnare il rialzo dei prezzi.
– Wayne Angell, ex governatore della Fed, ha aumentato le sue stime sul rialzo dei tassi a 50 punti base ed e’ convinto che il banchiere centrale dara’ segnali delle proprie intenzioni sul rialzo dei tassi ben prima della riunione del FOMC.
– John Auten del dipartimento del Tesoro Usa ha lasciato intendere che la stessa amministrazione Clinton si aspetta un rialzo dei tassi a 50 punti base.
– infine, anche numerose societa’ di Wall Street hanno lasciato intendere che si aspettano segnali di preavviso da Greenspan.
A ben vedere, Greenspan non manda certo a dire le cose attraverso i suoi vice o altri membri del consiglio di amministrazione del FOMC.
Secondo alcuni economisti Alan Greenspan potrebbe rendere note in prima persona le sue decisioni gia’ giovedi’ mattina in occasione di una conferenza organizzata dalla Fed di Chicago.
Ma in seconda analisi il Chiarman potrebbe invece decidere di usare come messaggeri grandi quotidiani come il Wall Street Journal o il Washington Post con un’intervista ad hoc.
Qualsiasi sia la scelta di Greenspan su come comunicare questi segnali, il tempo a disposizione e’ limitato. C’e’ infatti un periodo di cosiddetto “black-out”: una settimana prima dell’incontro della Fed sui tassi, i membri del FOMC sono chiamati al silenzio sulla direzione della politica monetaria americana.
Anthony Crescenzi e’ il capo analista per il mercato del credito alla boutique finanziaria newyorkese Miller & Tabak, Inc. ed e’ amministratore delegato di Bondtalk.com, un sito dedicato al mondo dei bond.