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Stategie: sfruttare la volatilità per entrare nel mercato

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NEW YORK (WSI) – Dopo un periodo in cui quasi tutte le asset class hanno fatto bene rispetto alla liquidità, è importante fermarsi a riflettere e guardare dove questo trend ci ha portato. La nostra view è che il mercato oggi sia incerto rispetto alla probabilità che i tassi possano aumentare rispetto ai minimi attuali. Se a queste incertezze corrisponderà probabilmente della volatilità nel breve termine, e situazioni di stress sulle valutazioni, è possibile che si aprano anche delle reali opportunità di investimento. Crediamo che  la cosa giusta da fare sia mettere in portafoglio asset prezzati in modo ragionevole con una prospettiva ‘paziente’ di qualche anno.

Quest’anno l’opinione comune dei mercati è stata spesso smentita. Ad esempio, in molti prevedevano tempi duri per molti asset a reddito fisso e si aspettavano che i mercati azionari, soprattutto occidentali, fossero ‘ovviamente’ il posto giusto dove investire.

Di fatto, dall’inizio dell’anno abbiamo visto delle performance relativamente sostenute da alcuni bond, soprattutto quelli sulla parte lunga della curva dei rendimenti. I mercati azionari non sono stati così robusti, ma dopo un po’ di volatilità all’inizio dell’anno – principalmente in correlazione alla crisi Ucraina e ai timori rispetto alle prospettive di crescita della Cina – hanno riportato rendimenti che dovrebbero soddisfacenti per la maggior parte degli investitori (Figura 1).
I mercati sviluppati non hanno tenuto il passo dei mercati emergenti, poiché alcuni singoli mercati come Russia, Turchia e Cina hanno registrato performance di tutto rispetto nel secondo trimestre. Buone performance sono state conseguite anche dal credito corporate e dal comparto immobiliare.

Gli asset sono tutti cari?
Il rendimento positivo ottenuto da quasi tutte le principali asset class ha preoccupato alcuni commentatori. L’esperienza dell’ultimo anno ha ricordato agli investitori che è possibile assistere a perdite di capitale sugli asset a reddito fisso, specialmente quando i rendimenti sono molto bassi. Allo stesso tempo, le performance registrate dai mercati azionari di Germania e USA ha innescato un forte dibattito sulla possibile esistenza di una ‘bolla’ dei mercati azionari. Sullo sfondo, aleggia lo spettro dell’influenza distorcente delle banche centrali di tutto il mondo, che  ha sollevato la domanda: i prezzi degli asset sono tutti gonfiati artificialmente dall’enorme liquidità immessa nel sistema e dai tassi di interesse ultra bassi? E cosa succederà al ritiro degli stimoli da parte della Fed?
Questi interrogativi sono strettamente legati alla nostra emotività, e si va poi ad analizzare tanto la situazione globale, quanto le tendenze della politica e dell’economia. E questo è allarmante: tutti noi sappiamo ormai cosa può accadere quando le nostre convinzioni sul sistema finanziario si dimostrano essere costruite su fondamenta instabili.

Obiettività e vigilanza
È quindi estremamente importante che facciamo un passo indietro per guardare agli asset liberi da un bagaglio emotivo e ideologico, ponendoci invece una domanda essenziale: quale è il premio al rischio di un determinato asset, e quanto lo riteniamo interessante?
[ARTICLEIMAGE]La Figura 2 mostra come il team Multi Asset di M&G cerca di avere una view obiettiva rispetto a quest’ultimo interrogativo. È vero che non si può delegare semplicemente il pensiero dell’investimento a una singola misura di valore, tuttavia, sarà difficile sfidare le conclusioni suggerite dal grafico.

Il costo reale per la ‘serenità’ di parcheggiare il proprio denaro in liquidità (come vediamo sul lato sinistro del grafico) è ancora alto, mentre gli asset apparentemente più rischiosi (sul lato destro) generalmente sembrano offrire una giusta compensazione per il rischio. I rendimenti dei titoli di Stato dei mercati sviluppati continuano ad essere poco interessanti nella parte breve della curva, ma offrono maggiore valore sulle scadenze più lunghe. Aggiungeremo che, mentre il livello di rendimento assoluto del credito corporate sembra poco interessante, gli spread continuano ad offrire del valore.  
Come sostenuto in precedenza, quando ci troviamo veramente in presenza di una bolla, è difficile trovare molti che lo sostengono. Il tono generale dei mercati oggi suggerisce ancora nervosismo per le prospettive dell’economia globale. Mentre alcuni asset sono stati portati a livelli meno interessanti in conseguenza della caccia ai rendimenti, gli investitori non sono stati preparati a pagare per una prospettiva di crescita, questo perché la maggior parte dei mercati azionari a livello aggregato non sembra sopravvalutata.

E l’aumento dei tassi?
Altra opinione diffusa è che i tassi di interesse bassi in tutti i Paesi sviluppati hanno trainato alcuni asset a livelli poco interessanti, e che di conseguenza  sicuramente il restringimento della politica monetaria causerà perdite ingenti. Abbiamo simpatia per questa view, ma crediamo che ciò che conti sia da dove trae origine la valutazione dell’asset.
Il fatto è che oggi un buon numero di asset sembra interessante o valutato a livello neutrale rispetto allo storico, con uno storico che vedeva tassi di interesse a doppia cifra. Con una prospettiva di più lungo termine, la compensazione che questi asset offrono non appare irragionevole, in particolare quando l’alternativa sono i rendimenti negativi offerti dalla liquidità (in assenza della tanto decantata deflazione).

Un restringimento della politica monetaria creerà quasi certamente volatilità. Tuttavia, è pericoloso provare a prevederne la tempistica ed agire di conseguenza: non possiamo sapere con certezza se e quando i tassi aumenteranno, né come reagiranno i mercati quando questo dovesse succedere. Ciò che conta è assicurarsi di avere gli asset su cui si vuole investire, in questo modo la volatilità potrebbe essere una vera opportunità di investimento. Inoltre, sono proprio  gli asset che oggi sono valutati in modo interessante che dovrebbero risentire meno dell’impatto di un aumento dei tassi.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da M&G – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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