ROMA (WSI) – A rischio di slittamento la possibilità che il Fondo Monetario Internazionale includa lo yuan, la moneta cinese, all’interno del suo basket di valute SDR, (diritti speciali di prelievo), dove sono incluse le monete più importanti a livello globale, come dollari, euro, sterline e yen.
Un’analisi stilata dallo staff dello stesso Fmi ha proposto all’istituzione di Washington di rimandare qualsiasi manovra in tal senso al settembre del 2016, sottolineando che, sebbene lo yuan soddisfi le condizioni richieste per essere considerato valuta significativa a livello globale in termini di commercio internazionale, comunque non centra il requisito di una moneta che potrebbe essere “utilizzata in modo libero”.
La Cina ha presentato una richiesta diplomatica all’Fmi per l’inclusione dello yuan, nell’ambito di una strategia di lungo termine che ha come obiettivo quello di ridurre la dipendenza dal dollaro.
“L’estensione proposta, che verrà decisa dal Comitato esecutivo alla fine di questo mese, non pregiudicherebbe in nessun modo il timing della conclusione della revisione, o il suo risultato”, ha commentato, stando a quanto riporta il sito Cnbc, Siddharth Tiwari, direttore del dipartimento di strategia, politica e revisione dell’Fmi.
Mentre i membri europei del G7 – Italia, Germania, Regno Unito, Francia – sono favorevoli all’inclusione dello yuan nel paniere di valute quest’anno, Giappone e Stati Uniti sono più cauti.
Immediata la reazione della Cina, che ha frenato le operazioni con cui sta vietando le vendite allo scoperto, al fine di smorzare i forti smobilizzi che hanno colpito il suo mercato azionario.
Una mossa politica, quella dell’Fmi? L’Fmi ha semplicemente affermato che lo yuan è indietro rispetto alle sue controparti globali nel comparire nei principali benchmark e che dunque è fondamentale analizzare i dati prima di decidere se garantire allo yuan lo status di riserva valutaria.
David Loevinger, managing director della divisione di ricerca sui mercati emergenti presso il gestore di asset TCW Group, a Los Angeles, ha comunque affermato che un’eventuale decisione di postporre la decisione si tradurrebbe nella possibile inclusione dello yuan nel paniere SDR proprio poco prima della riunione del G20 in Cina, sotto l’egida del presidente Xi Jinping.
“Se per la Cina questa è una priorità, sarà quasi certo che il presidente Xi Jinping la otterrà nel corso del G-20”, ha commentato l’esperto.
Detto questo, non si tratta di una buona notizia per la Cina. Tra l’altro, si mettono in evidenza anche gli allarmi lanciati da BMW e Toyota sul rallentamento delle vendite nel mercato cinese delle auto, il principale al mondo, che probabilmente durerà fino alla fine dell’anno, a loro avviso. (Lna)