Da inizio anno il titolo Stellantis, gruppo nato lo scorso 16 gennaio dalla fusione tra FCA e PSA, ha fatto scintille in Borsa: +33% il progresso messo a segno dal 18 gennaio, giorno in cui le azioni sono approdate sul Mercato Principale di Borsa Italiana a oggi (8 ottobre) con le quotazioni che si aggirano ora sopra i 16 euro.
Nonostante il forte rimbalzo, il titolo Stellantis appare decisamente a buon mercato, alla luce delle stime degli ultimi giorni arriva da alcune banche d’affari che coprono il titolo. Per gli analisti di Intesa Sanpaolo, il prezzo giusto di Stellantis è 24,6 euro (rating buy), il 53% in più rispetto ai valori attuali.
Anche se più limati, significativi anche i rialzi messi in conto da Banca Akros, che ha fissato il target price a 22 euro con un giudizio di acquisto confermato a buy.
A puntare su Stellantis è anche Mediobanca Securities, che sul titolo mostra una raccomandazione “outperform”, con un fair value a 28 euro. Secondo gli analisti di Piazzetta Cuccia, i prossimi catalizzatori per il titolo saranno il nuovo piano industriale e ancora prima i conti del terzo trimestre.
Stellantis, analisti Equita confermano il buy
Raccomandazione buy con target price rivisto al ribasso 22,6 euro è stato fisato da Equita. Lo spunto per riaffermare il giudizio è arrivato dalla diffusione delle immatricolazioni italiane di settembre, mese in cui la società ha venduto 33.330 auto, il 41,6% in meno rispetto allo stesso mese del 2020. La quota di mercato è scesa dal 36,5% al 31,7%.
Nei nove mesi gennaio-settembre, le vendite del gruppo sono state pari a 445.957, in crescita del 20,1% sullo stesso periodo del 2020, mentre la quota di mercato si è attestata al 38,3% a fronte del 38,4%.
Gli analisti di Equita, commentando i dati, hanno ricordato che ormai il mercato italiano rappresenta per il gruppo Stellantis solamente il 9% delle vendite complessive. Tra l’altro sono state annunciate anche le immatricolazioni registrate dal gruppo negli States nel terzo trimestre, che rappresenta la stragrande maggioranza dei volumi del nord America e circa il 31% dei volumi di gruppo.
Nei tre mesi da luglio a settembre, su base annua, le vendite di nuove auto sono calate per Stellantis del 19%, registrando una performance migliore rispetto a quella di Ford (-27%) e di GM (-33%).
‘Rispetto al terzo trimestre 2019 i volumi restano del 27% inferiori’, hanno ricordato gli analisti di Equita, che comunque hanno sottolineato che alla fine a pesare sull’andamento delle vendite è stato più che altro lo shortage di chip.
Gli esperti della sim hanno apprezzato che Oltreoceano i due brand più redditizi, che rappresentano oltre l’80% di volumi, hanno registrato una performance migliore, riducendo i danno.
Si tratta di Jeep, che ha ridotto il calo delle vendite all’11%, con il modello Grand Cherokee cresciuto del 45%, includendo le prime vendite della versione elettrica (+47%), e di Ram che ha registrato un calo del 17%, beneficiando del contributo del ProMaster Van cresciuto del 26%.
Gli analisti di Equita tutto sommato rimangono positivi ritenendo che ‘l’effetto positivo di mix di prodotto e prezzi possano in buona parte compensare il calo dei volumi e le inefficienze dovute ai continui stop&go produttivi, permettendo alla casa auto di avvicinare la guidance dell’intero 2021 di un ebit adjusted nella parte bassa del range, ossia di 15-16 miliardi’.
Dividendi
Sul fronte dei dividendi, il 15 marzo scorso i titolari di azioni ordinarie Stellantis hanno ricevuto 0,017029 azioni ordinarie di Faurecia e 0,096677 euro per ciascuna azione ordinaria di Stellantis detenuta. Mentre il 28 aprile per ogni singola azione lo stacco è stato pari a 32 centesimi (rendimento 2,13%).