Trasferimento in Francia e conseguenti tagli dei posti di lavoro: questo il timore dopo la fusione tra FCA e Psa e la nascita del nuovo gruppo automobilistico Stellantis. E l’AD del gruppo Carlos Tavares non rassicura dopo gli incontri con i sindacati sia in Italia che in Francia.
Durante il primo incontro con i sindacati francesi da quando Stellantis è nato ufficialmente dalla fusione di PSA francese e Fiat Chrysler italiana due mesi fa, Tavares ha rassicurato i lavoratori promettendo di non voler tagliare nessun lavoro né chiudere nessuno stabilimento.
“Carlos Tavares – ha spiegato Christine Virassamy del sindacato Cfdt – ci ha ascoltato, ma senza rispondere veramente alle nostre domande. Per avere delle risposte bisognerà attendere la presentazione del piano strategico di Stellantis”.
Ma è in Italia che c’è il timore di uno spostamento del baricentro del gruppo in Francia, anche per la presenza dello Stato francese nell’azionariato.
Stellantis e il futuro degli stabilimenti italiani
Anche dagli incontri con i sindacati italiani è emersa qualche preoccupazione e anche in quella circostanza, Tavares ha tentato di rassicurare i sindacati ma di fatto non si è sbilanciato sulle strategie e ha lanciato una serie di messaggi che sono stati accolti con preoccupazione non solo dai sindacati, ma anche dai fornitori.
Il perché è semplice. Tavares avrebbe sottolineato il costo del lavoro estremamente competitivo degli stabilimenti in Italia rispetto a quelli francesi o spagnoli. In una recente intervista alla testata francese Les Echos, il CEO di Stellantis ha sì lodato le fabbriche italiane per i “notevoli investimenti per attrezzature all’avanguardia”, ma ha anche evidenziato “le sfide logistiche interne sulla semplificazione dei flussi e del funzionamento degli impianti”.
Il compito a cui è chiamato l’a.d. Tavares non è affatto semplice. Dovrà trovare il giusto equilibrio per preservare gli interessi tra Francia, Italia e resto d’Europa.