Avendo alle spalle lo scenario di una hard Brexit sempre più probabile, la sterlina ha sperimentato in giornata i livelli più bassi mai toccati sull’euro negli ultimi nove mesi, avviandosi con decisione alla terza giornata di calo consecutivo. La moneta britannica, inoltre, ha ceduto valore contro tutte le principali valute sue pari. Appena qualche giorno fa il segretario al Commercio internazionale Liam Fox aveva quotato le probabilità di una no-deal Brexit al 60%.
Il minimo di giornata raggiunto finora dalla sterlina è di 1,1091 euro, mentre il livello attuale è a 1,1103, in calo dello 0,47%. “Mentre questa hedging della Brexit continua a verificarsi e i dati non sono ancora tornati materialmente più alti per giustificare un rapido rialzo dei tassi dalla Bank of England, la sterlina starà con un passo indietro e si abbasserà”, ha commentato a Bloomberg l’analista di Nomura, Jordan Rochester. Secondo Viraj Patetel, strategist valutario presso ING, i movimenti attuali della sterlina sono “il segno chiaro che i mercati stanno iniziando a focalizzarsi sui rischi specifici della moneta britannica associati a una Brexit senza accordo”.
I dati della Commodity Futures Trading Commission rivelanco che le posizioni corte sulla sterlina assunte da fondi e asset manager si sono ulteriormente allargate.
“Anche se non è la nostra visione centrale, anticipiamo che una Brexit dura porterebbe la coppia EUR/GBP verso la parità e ciò innescherebbe un’altra serie di dannose pressioni inflazionistiche nel Regno Unito”, ha affermato Jane Foley, responsabile della strategia Forex di Rabobank.