BRUXELLES (WSI) – La Germania ha incassato il si della Francia, ottenendo cosi’ la garanzia di prorogare il piano che in base agli ultimi accordi Ue prevede che il fondo Esm intervenga con un’iniezione di almeno 60 miliardi di euro a sostegno della banche in crisi di liquidita’.
L’ESM, la versione aggiornata del Fondo salva-stati europeo, non verra’ utilizzato, come i paesi cicala dell’area euro speravano, gia’ nel 2014 per fornire aiuti diretti alle banche in difficolta’. Almeno non finche’ le regole verranno ben definite. E per quello ci vorra’ ancora del tempo.
A pubblicare le indiscrezioni e’ Bloomberg, che cita due funzionari europei che hanno chiesto di restare anonimi, dal momento che le trattative sono ancora in corso.
L’intenzione iniziale di Parigi e dei ministri dell’Eurogruppo era quella di raggiungere gia’ da questo mese un un accordo politico che stabilisse i tempi e i modi con i quali fornire un supporto finanziario alle banche in difficolta’, usando le risorse condivise nel fondo salva stati europeo.
Dopo questo imprevisto, il nuovo programma non sara’ pronto come sperato per l’anno prossimo, quando prendera’ il via il sistema di vigilanza bancaria unica.
La riluttanza della Germania, come reso noto in un comunicato congiunto preparato dalla Cancelliera Angela Merkel e dal presidente francese Francois Hollande il 30 maggio, fa si’ che le linee guida non verranno definite prima dell’anno prossimo.
Cio’ significa che gli aiuti diretti non saranno pronti prima del 2015, a seconda di quando le norme di controllo del sistema finanziario entreranno effettivamente in vigore.
La rivelazione per il momento non ha scosso i mercati, ma a meno che l’ESM non ottiene un’opportunita’ di ricapitalizzare direttamente le banche, l’area euro rischia di non essere in grado di affrontare i problemi di liquidita’ che emergeranno da stress test credibili, mettendo a repentaglio l’effetto fiducia creato dallo stesso progamma di salvataggio.
In un comunicato congiunto “minatorio”, i tre paesi teutonici Germania, Olanda e Finlandia, avevano spiegato l’anno scorso che l’intervento diretto dovra’ essere subordinato a precise condizioni, in particolare rispettando tre punti.
Il primo prevede che le decisioni sulla capitalizzazione diretta devono essere prese dall’Esm e accompagnate da un memorandum d’intesa.
Poi l’Esm può assumersi la responsabilità diretta dei problemi che si verificano sotto la nuova supervisione, ma le attività precedenti (i cosiddetti “legacy asset”) dovrebbero rimanere sotto la responsabilità delle autorità nazionali.
Da ultimo la ricapitalizzazione dovrebbe sempre avvenire utilizzando stime reali economiche e seguendo il principio base secondo il quale è necessario prima utilizzare il capitale privato, dopo quello pubblico e, come ultima risorsa, l’Esm.
Se lo strumento di aiuto diretto non sara’ pronto quando la Banca Centrale viene indossera’ il mantello di supervisione bancaria, a meta’ 2014, gli investitori potrebbero mettere in discussione la capacita’ delle autorita’ europee e dei governi di gestire i problemi che il nuovo regime di supervisione portera’ alla luce.
Nella prima meta’ del 2014 la Bce, infatti, effettuera’ controlli molto approfonditi dei bilanci degli istituti di credito dell’area euro.