Per i dipendenti della pubblica amministrazione volge al termine l’era dello smart working obbligatorio al 50%: è quanto prevede, fra le altre cose, il Decreto Proroghe che ha ottenuto l’approvazione in Consiglio dei ministri oggi pomeriggio (29 aprile). La possibilità di lavorare da casa non scompare, ma non sarà più dettata da una percentuale minima stabilita per legge.
Le amministrazioni, si legge nel testo del decreto “organizzano il lavoro dei propri dipendenti e l’erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro, rivedendone l’articolazione giornaliera e settimanale, introducendo modalità di interlocuzione programmata, anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza con l’utenza, applicando il lavoro agile, a condizione che l’erogazione dei servizi rivolti a cittadini ed imprese avvenga con regolarità, continuità ed efficienza, nonché nel rigoroso rispetto dei tempi previsti dalla normativa vigente”.
Insomma, lo smart working nella Pa potrà proseguire, senza più il vincolo del 50%, “fino alla definizione della disciplina del lavoro agile da parte dei contratti collettivi” e “non oltre il 31 dicembre 2021”.
Per il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, “l’addio alla soglia minima del 50% per lo smart working” è un ritorno “alla normalità”.
“Facciamo tesoro della sperimentazione indotta dalla pandemia e del prezioso lavoro svolto dalla ministra Dadone per introdurre da un lato una flessibilità coerente” con il riavvio delle attività “che stiamo vivendo e dall’altro lato la piena autonomia organizzativa degli uffici”, ha proseguito Brunetta, “un percorso di ritorno alla normalità, in piena sicurezza, concordato con il Comitato tecnico-scientifico e compatibile con le esigenze del sistema dei trasporti”.
Golden power rafforzato fino a dicembre
All’interno del Decreto Proroghe, ha appreso l’agenzia Radiocor, è prevista anche l’estensione del Golden Power rafforzato dal 30 giugno al 31 dicembre. Con questo provvedimento si allunga il regime transitorio che consente al governo di bloccare scalate su asset strategici anche da parte di gruppi europei.
Latita ancora, invece, la proroga attesa per le concessioni balneari e per gli ambulanti, oggetto di contrasti con l’Ue sul diritto della concorrenza. La materia sarebbe ancora oggetto di ulteriori approfondimenti tecnici.