Economia

Stop CETA: via a petizione per fermare gemello Ttip

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NEW YORK (WSI) – Per il governo italiano, il CETA (fratello gemello “canadese” del TTIP) può passare senza alcuna ratifica da parte dei Parlamenti nazionali.  Dopo la denuncia di Greenpeace, anche la campagna Stop Ceta dell’associazione Progressi torna a puntare il dito contro il trattato commerciale con il Canada.

Se i governi di Germania e Francia hanno già reagito alla notizia, a supportare l’ipotesi della competenza esclusiva dell’UE per la ratifica è il Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, che domani dovrà rispondere della questione davanti al Parlamento” si legge in un comunicato di Progressi.

“Dopo il TTIP, anche il CETA sta avvenendo sopra le nostre teste, senza discussione nei parlamenti nazionali – afferma Vittorio Longhi, fondatore di Progressi – Questo accordo inciderà sulla nostra economia e sul lavoro degli italiani, perciò dobbiamo pretendere che qualsiasi decisione avvenga in modo trasparente e nel pieno rispetto dei principi di partecipazione democratica”.

Per l’associazione, esattamente come nel caso del TTIP – l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti – l’accordo dell’Europa con il Canada mette a rischio le piccole e medie imprese a favore delle grandi multinazionali.

“Prevede inoltre una forma di arbitrato esclusivo per la risoluzione di controversie che indebolirebbe ulteriormente la capacità degli Stati di difendere i propri cittadini e il territorio. Con le clausole sugli investimenti consentirebbe infatti ad aziende canadesi di citare in giudizio per danni i governi di singoli paesi in caso di perdite economiche dovute all’introduzione di eventuali leggi a tutela dei consumatori o dell’ambiente. Si tratta di un’ulteriore limitazione alla sovranità nazionale che va oltre quanto stabilito dal Trattato di Lisbona”.

L’Europa lo scorso maggio ha aperto alla possibilità di un accordo misto, che prevede il consenso di tutti e 28 gli stati membri. Il governo Italiano ha invece scavalcato la volontà dei Paesi partner che stanno rivendicando la propria sovranità in materia, sostenendo la proposta della Commissione di ratifica in sede europea. A fine giugno, nel corso del Consiglio, si deciderà sulla questione della competenza.

È possibile firmare la petizione sul sito di Progressi.