New York – La notizia diffusa da alcuni media iraniani, secondo cui Teheran avrebbe tagliato le esportazioni di greggio verso sei Paesi dell’Unione Europea – tra cui l’Italia – è stata “smentita”. Lo ha riferito ai giornalisti il ministro degli Esteri Giulio Terzi, a margine di un’audizione davanti alle Commissioni Esteri di Camera e Senato. “So solo che ho appreso dall’ambasciatore a Teheran” Alberto Bradanini, che “la notizia è stata smentita” si è limitato a dichiarare Terzi.
Poche ore prima l’emittente iraniana ‘Press Tv’ aveva dato l’annuncio del blocco all’export petrolifero, precisando che il provvedimento riguarterzidava, oltre all’Italia anche Olanda, Spagna, Francia, Grecia e Portogallo e intendeva essere una risposta del regime di Teheran alle ultime sanzioni europee.
Il titolare della Farnesina ha comunque “confermato” ai cronisti che gli ambasciatori dei sei paesi Ue – tra cui Bradanini – sono stati “invitati” dal ministero degli Esteri di Teheran proprio per discutere della decisione europea di imporre un nuovo pacchetto di sanzioni alla Repubblica Islamica.
Secondo la tv di Stato iraniana, il direttore generale per gli Affari Europei presso il ministero degli Esteri iraniano, Hassan Tajik avrebbe comunicato ai diplomatici l’intenzione delle autorità iraniane di “rivedere” le sue politiche petrolifere alla luce dei provvedimenti sanzionatori.
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New York – Secondo le ultime indiscrezioni stampa l’Iran avrebbe tagliato le esportazioni di petrolio a sei Paesi europei, inclusa l’Italia, in reazione alle ultime sanzioni imposte dall’Ue a Teheran in merito al dossier nucleare.
Lo annuncia la televisione di Stato iraniana Press Tv. Gli altri Paesi citati sono Francia, Spagna, Olanda, Grecia e Portogallo. Il ministro degli Esteri iraniano ha tuttavia smentito la notizia.
Convocati d’urgenza i rappresentanti diplomatici dei paesi interessati. Gli ambasciatori europei sono stati “invitati” al ministero degli Esteri di Teheran per essere messi a conoscenza del rincrescimento per le sanzioni all’export del petrolio iraniano imposte il 23 gennaio a Bruxelles.
È quanto si apprende da ambienti diplomatici europei sugli incontri dei singoli ambasciatori con Hassan Tadjik, direttore per l’Europa occidentale, iniziati oggi a Teheran.
Da parte iraniana è stato inoltre sottolineato, sempre secondo fonti diplomatiche, che Teheran resta aperto ad azioni concordate e rispettose dei reciproci interessi. È stato inoltre espresso l’auspicio che i contratti futuri (di fatto già esclusi dalle sanzioni di Bruxelles, che vietano i nuovi accordi e danno tempo fino a giugno per la revoca degli altri), siano di lunga durata, escludano clausole relative ad una forza maggiore che ne giustifichino la rescissione e offrano garanzie per il trasferimento della valuta per i pagamenti.
Un nodo, quest’ultimo, centrale per l’Iran ed i suoi partner economici, cui le sanzioni contro le istituzioni finanziarie iraniane hanno tagliato i canali per le transazioni in valuta.