NEW TORK (WSI) – Il 2015 si apre sotto i buoni auspici per il mercato azionario. Secondo David Rosenberg, capo economista e strategist della società di investimenti Gluskin Sheff, l’anno appena iniziato non segnerà il ritorno dell’Orso. Anzi. Per coloro che sono alla ricerca di asset su cui investire, l’esperto fa una lista dei 13 investimenti su cui conviene puntare:
1 – Si parte dai titoli tecnologici americani che, secondo Rosenberg, risultano attraenti in quanto relativamente poco costosi rispetto ai fondamentali. Il settore potrebbe beneficiare in particolare della forte domanda interna.
2 – Titoli di beni di consumo discrezionali, che dovrebbero salire sulla scia di una ripresa del mercato del lavoro, dei prezzi del petrolio più bassi e di un dollaro forte che renderà le importazioni più economiche.
3 – Banche canadesi: risultano attraenti soprattutto per il dividend yield del 4% e per le strategie di sviluppo.
4 – Finanziari della zona euro: le vendite del 2014 hanno reso il settore particolarmente a buon mercato e alcuni di loro hanno multipli inferiori a 10.
5 – Le Borse europee in generale forniscono un dividend yield del 3,7%, rispetto allo 0,69% dei rendimenti offerti dai bund tedeschi a 10 anni.
6 – I grandi gruppi esportatori con esposizione nell’area euro sono ben posizionati per beneficiare di un’attesa svalutazione della moneta unica dopo l’ulteriore allargamento delle maglie della politica monetaria della Bce.
7 – Titoli oil: il settore dovrebbe rimbalzare dopo un 2014 nero, in linea con quanto storicamente è accaduto negli anni successivi a quelli in cui si è verificato un enorme divario tra la performance annuale del settore e il resto del mercato. Inoltre, il selloff in olio è considerato esagerato.
8 – Obbligazioni di alta qualità ed obbligazioni spazzatura dei mercati ergenti sono considerati migliori opportunità rispetto ai T-bond degli Stati Uniti.
9 – Le obbligazioni Usa non investment grade hanno mostrato un rendimento medio del 6,62%. Secondo le stime, potrebbero ripetere la stessa performance nel 2015.
10 – L’azionario giapponese dovrebbe godere di una bassa inflazione, che spingerà la Banca del Giappone ad aumentare gli stimoli monetari.
11 – I mercati emergenti dovrebbero essere considerati in base al valore individuale. Privilegiare paesi come l’India e il Messico, che hanno portato avanti riforme economiche attraenti. Evitare invece mercati con deficit delle partite correnti a rischio come Colombia e Sud Africa.
12 – Puntare sugli importatori di materie prime dalla Corea del Sud verso la Polonia, che stanno beneficiando del crollo dei prezzi del petrolio.
13 – L’azionario cinese ha avuto un anno eccezionale, nonostante la debolezza economica. La politica di allentamento monetario ha spinto l’indice Shanghai Composite a un livello record e dovrebbe continuare ad essere di supporto all’azionario. (mt)