Il 2017 si preannuncia un anno non meno denso di sfide per l’ordine politico internazionale rispetto a quello che l’ha preceduto. Come ha messo in evidenza ieri Wolfgang Munchau sul Financial Times, le élite saranno costrette a non ripetere gli stessi errori o i populisti vinceranno di nuovo quasi ovunque. Quale sarà il terreno più instabile e determinante quest’anno? George Friedman, fondatore dell’impresa di servizi segreti Stratfor, non ha dubbi: saranno le elezioni federali in Germania.
Il Paese più popoloso ed influente dell’Europa continentale è reduce da crescenti spaccature sociali, politiche e, persino, da tensioni economiche, afferma Friedman. Secondo le previsioni, infatti, Berlino vedrà calare le proprie esportazioni nel 2017. Un fatto particolarmente insidioso per un Paese nel quale quasi la metà del Pil dipende proprio da quest’ultime (negli Usa tale quota è solo il 13% del Pil).
In altre parole, la crescita tedesca dipende in gran parte dalla domanda estera per i suoi prodotti, la quale purtroppo non è in gran forma. In particolare la Germania ha potuto giovare della domanda proveniente dagli altri Paesi dell’Unione Europea, e la sua domanda interna non può controbilanciare gli effetti di un calo nelle esportazioni, argomenta il fondatore di Stratfor.
Secondo Friedman l’appuntamento con le elezioni tedesche è dunque anche quello più importante per gli investitori. “La vera domanda del 2017 sarà se la Germania può sostenere le sue esportazioni. Se non sarà possibile ciò si dimostrerà una catastrofe finanziaria in casa sua. Si può vedere la tensione montare e in Germania sta accadendo in fretta”, conclude Friedman.