Economia

Stress test Bce-Eba: banche italiane meglio delle francesi e tedesche

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Le banche italiane sono ben capitalizzate e in grado di sopportare gli scenari avversi che l’attuale contesto macroeconomico incerto potrebbe prospettare nei prossimi mesi. È quanto emerge dai risultati degli stress test dell’Autorità bancaria europea (Eba) sugli istituti di credito del Vecchio Continente, che valuta la resilienza di 70 banche di 16 paesi, rappresentative del 75% degli asset bancari dell’UE, su un orizzonte temporale di tre anni (2023-2025).

Eba: i risultati degli stress test

Nel complesso, i risultati degli stress test sono positivi per le banche europee, capaci di assorbire perdite per 496 miliardi di euro nello scenario più avverso ipotizzato dall’indagine.

Il worst case implica un’inflazione persistente e più elevata, tassi di interesse e spread di credito in aumento, gravi recessioni in Europa e nel mondo (con un Pil reale UE in contrazione del 6% complessivo), un tasso di disoccupazione notevolmente elevato (12,2%) e un calo sostanziale del valore degli asset.

Anche in questa situazione, in media le banche europee terminerebbero il triennio con un Common Equity Tier 1 (CET1) ratio superiore al 10% (al 10,4%) e rimarrebbero in grado di sostenere l’economia anche in fasi di forte stress.

Come sono andate le banche italiane

All’interno dei risultati positivi a livello europeo spicca la resilienza delle banche italiane.

Nel dettaglio, Intesa Sanpaolo ha riportato un calo del CET1 nello scenario avverso, nel 2025, pari a -268 bps (con un CET1 ratio del 10,8% e un buffer di +205 bps rispetto alla soglia richiesta dal processo SREP).

Unicredit evidenzia una riduzione del CET1 di -349 bps (ratio pari a 12,5% nel 2025 e buffer di +294 bps), migliorando significativamente la performance dell’esercizio 2021, che si era attestata a circa -592 bps.

Esito complessivamente positivo per Banco BPM (CET 1 del 9% nello scenario avverso e buffer di 28 bps) e Mps (CET 1 al 10,1%, buffer di 133 bps).

Equita: “Performance eccezionali per le banche italiane negli stress test”

Secondo Equita Sim il risultato delle banche italiane è “estremamente positivo” e “conferma i miglioramenti sostanziali in termini di bilancio, qualità degli attivi e performance operativa raggiunti negli ultimi anni.” Gli esiti dei test sono “complessivamente rassicuranti sia per le azioni bancarie italiane che per le obbligazioni”.

Come sottolineano gli analisti, gli istituti italiani “hanno registrato una performance eccezionale, con un calo medio del CET1 2025 nello scenario avverso di soli -399 punti base. Il risultato è notevole sia in termini assoluti che rispetto ai peers europei.”

Infatti, “l’erosione media del capitale delle banche italiane nello scenario avverso è inferiore alla media europea (-452pb) e decisamente migliore di Paesi come Germania (-606pb) e Francia (-760pb).”

Inoltre, le nostre banche “sono quelle che hanno mostrato un miglioramento più marcato nell’assorbimento di capitale, abbassandolo di oltre 230pb rispetto al 2021, meglio della Spagna (miglioramento di 40pb) e della media europea (26pb)”.

Per Unicredit e Intesa un altro traguardo dopo i conti brillanti

Gli stress test confermano dunque l’affidabilità di Intesa e Unicredit, indicate anche da Equita come “protagonisti” dell’analisi di quest’anno.

Ricordiamo che la banca guidata dal ceo Carlo Messina ha chiuso il primo semestre 2023 con un utile netto in crescita dell’80% a 4,222 miliardi di euro, rispetto ai 2.346 miliardi del primo semestre del 2022, e un risultato corrente lordo in aumento del 61% a 6,744 miliardi di euro. Lo stock di crediti deteriorati è sceso del 3,6% al netto delle rettifiche di valore e del 2,5% al lordo e l’incidenza sui crediti complessivi è diminuita rispettivamente all’1,2% e al 2,3% al lordo.

Per quanto riguarda la guidance, Intesa SanPaolo ha annunciato che “per il 2023 si prevede un significativo aumento del risultato della gestione operativa e una crescita dell’utile netto a ben oltre 7 miliardi di euro”.

Performance eccezionale anche per Unicredit, che ha archiviato il secondo trimestre con un utile netto di 2,31 miliardi, in miglioramento del 15% su base annua e nettamente sopra le attese. L’istituto di Piazza Gae Aulenti ha rivisto al rialzo le sue previsioni per il 2023, prevedendo utili per almeno 7,25 miliardi e una distribuzione di valore agli azionisti pari almeno a 6,5 miliardi.