ROMA (WSI) – Non solo Mps e Banca Carige: gli analisti di Equita ritengono che a rischiare la bocciatura agli stress test europei siano anche la Popolare di Sondrio, il Credito Valtellinese, la Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
“Per quanto riguarda il Creval (oggi il titolo cede più dell’1%) riteniamo che i rischi siano limitati visto che le azioni intraprese dal management hanno portato il CET1 a fine giugno all’11,6% e che il portafoglio crediti è ampiamente diversificato”, osservano questa mattina gli analisti dell’istituto”.
“Ciò dovrebbe compensare il punto debole rappresentato dallo stock elevato di crediti dubbi pari a 3 miliardi di euro. Manteniamo quindi il rating buy e il target price a 1,33 euro sull’azione”.
A differenza di altri, gli analisti di JP Morgan sono convinti che la banca senese riuscirà a superare gli esami di bilancio della Bce. Al contrario, gli esperti non escludono per Banca Carige (-3,62% a 0,0906 euro) la necessità di procedere con un rafforzamento del patrimonio.
Sul tema caldo si sono espressi ieri anche Filippo A. Diodovich e Vincenzo Longo, Market Strategist di IG, Unicredit e Intesa Sanpaolo non dovrebbero avere problemi a superare gli stress, in quanto i due istituti hanno portato avanti importanti aumenti di capitale.
Da parte loro le popolari, a causa della rigida struttura della governance, sono state meno libere di procedere a manovre drastiche di miglioramento della qualità del proprio bilancio. Considerando appena che sufficienti i requisiti patrimoniali (CET1) gli istituti sono stati rimandati.
Bocciate invece Monte dei Paschi di Siena e Banca Carige, anche per via dei deboli risultati sia in termini di CET1 (soprattutto l’istituto ligure) sia per la mancanza di progetti importanti di vendita di crediti deteriorati e di insufficienza di fondi rivolti a coprire eventuali perdite sui prestiti.
I due esperti ritengono che nel medio/lungo periodo il Comprehensive Assessment della BCE avrà, comunque, un impatto positivo sul comparto, portando a una serie di importanti cambiamenti.
In particolare, il team di analisti ritiene che nel corso del 2015 partirà un importante stagione di M&A nel settore bancario italiano. Visto il forte calo dei margini di profitto molte banche saranno spinte soprattutto dalle pressioni di Banca d’Italia e della BCE a fondersi e introdurre importanti piani di cessione.
Non è da escludere poi l’istituzione di una bad bank sulla falsa riga di quanto avvenuto in Irlanda.