ROMA (WSI) – Anche Unimprese ha assegnato al 2012 la palma di “annus horribilis” per qualunque impresa o famiglia che abbia richiesto un prestito. Il Centro Studi dell’Associazione delle Pmi ha calcolato che la stretta creditizia ha tolto ben 38 miliardi di euro al tessuto produttivo e familiare, mentre in parallelo salivano (di circa 20 miliardi) gli importi erogati alla Pubblica Amministrazione.
Nessun prestito personale per il credito al consumo, quindi, né finanziamento alle aziende. Le erogazioni sono diminuite del 2,5% su base annua, passando dai 1.512,5 miliardi del 2011 ai 1.474,7 miliardi dell’anno appena concluso. Le imprese sono quelle che hanno pagato più di tutte la mancanza di ossigeno dalle banche, registrando da sole un calo del 3,3%.
Anche i mutui hanno segnato una pesantissima battuta d’arresto, influenzando negativamente l’intero comparto immobiliare e dell’edilizia. La “scomparsa” dei finanziamenti per la casa è pari a 2 miliardi di euro, e ha provocato lo stallo delle compravendite.
Al contrario, la Pubblica Amministrazione ha ottenuto più fiducia dalle banche, raggranellando prestiti per 1.990,5 miliardi contro i 1.969,9 miliardi dell’anno precedente, soprattutto grazie all’aumento delle erogazioni a breve termine.
“In un nostro recente sondaggio – ha dichiarato il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi – abbiamo messo in evidenza come molti imprenditori, 3 su 5, sono costretti a ricorrere ai finanziamenti per pagare le tasse. È il segnale peggiore. Di denaro allo sportello ne viene erogato sempre meno e quel poco che arriva nelle casse delle aziende viene usato per rispettare, laddove possibile, gli adempimenti tributari'”.
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