La narrativa marxista, cara alla classe operaia per tutto il XX secolo, vedeva nella dialettica servo-padrone un’insanabile conflittualità. Anche per questo retaggio culturale, atti di grande generosità verso i dipendenti, come quello compiuto dall’imprenditore friulano Andrea Comand, destano sempre un certo stupore. Morto a soli 39 anni lo scorso luglio a causa di un tumore, Comand ha deciso di lasciare la proprietà dell’officina avviata nel 2011 ai suoi cinque addetti, che gli sarebbero stati vicini fino all’ultimo. L’autorimessa sotto la “nuova gestione” ha riaperto i battenti il 4 settembre.
L’inaspettato gesto è stato ricordato sulle pagine del Messaggero Veneto in una lettera dei nuovi proprietari dell’attività:
“Come sempre ci ha spiazzati con i suoi gesti istintivi, diretti, concreti, impegnativi ma fatti con il cuore. Ci ha insegnato a camminare da soli perché non era una persona gelosa del suo sapere ma orgogliosa di far crescere le persone che aveva scelto alle sue dipendenze”, scrivono Dorina Bulfoni, Andrea Benvenuto, Andrea Cuzzolin, Giuliano Fabro e Simone Zanin, “Siamo stati sempre coinvolti, partecipi, spronati al fine di raggiungere gli obiettivi aziendali: sempre tutti insieme, come insieme abbiamo affrontato il suo periodo di malattia. Il nostro motto è stato sempre quello: ‘Non lasciamolo solo ma stiamogli accanto come una famiglia’. Lo abbiamo fatto, lo faremo restando una famiglia unita e facendo vivere il sogno di Andrea: per ringraziarlo di ciò che ci ha dato ma soprattutto per fargli ‘vedere’ che grande maestro è stato donandoci le sue quote insieme alla sua fiducia”.