ROMA (WSI) – Il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, interviene sulla «fantomatica» vicenda di «presunte» consulenze Finmeccanica alla sua ex moglie, Lisa Lowenstein.
Il ministro, in una lettera al «Sole 24 Ore» che viene pubblicata oggi, sostiene di non aver mai chiesto «favori» per sé o per la ex moglie, e rivela che proprio certe «iniziative economiche» della signora, «sono state causa, non ultime, della separazione».
Grilli rivendica la «stima professionale e l’amicizia personale» con Alessandro Pansa , oggi amministratore delegato di Finmeccanica. E rispetto alla ricostruzione contenuta nell’informativa del Noe dei carabinieri di una missione di Pansa a Mediobanca per cercare di «ristrutturare il debito contratto dalla signora Lowenstein», Grilli afferma di non avere «nulla da aggiungere».
Dunque, il ministro riconferma la sua estraneità alla vicenda delle consulenze all’ex moglie. Così come disse quando uscì la notizia (Grilli parlò di «macchina del fango»). Ma per gli investigatori del Noe dei carabinieri, la storia è verissima e Grilli potrebbe essere «ricattato».
«Pensi che Grilli sia ricattabile per questo?». È la sera del 23 maggio scorso. Il giorno prima che il Vaticano decidesse di licenziare il presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi.
Il banchiere e il presidente di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, due vecchi amici, sono al ristorante «Da Rinaldo al Quirinale». Non sanno, naturalmente, di essere intercettati. Durante la conversazione conviviale, i due parlano del ministro dell’Economia, Vittorio Grilli.
Orsi accenna alla moglie americana, Gotti precisa che i due si sono lasciati da tempo. Orsi aggiunge: «Gli ha lasciato qualche casino in giro… di buchi…».. E Gotti indaga: «Buchi di che genere? La moglie americana? Pensi che lui sia ricattabile per questo…». Orsi: «No, no, no, gli ho sistemato la cosa». Gotti: «Ma perché la moglie lavorava in Finmeccanica?». Orsi: «No era una imprenditrice, faceva dei casini, e ho visto dei contratti che Finmeccanica ha fatto con la moglie di Grilli, per sistemare tipo consulenze inutili».
Finmeccanica smentisce. In una intervista al «Messaggero», lo stesso Giuseppe Orsi arriva a sostenere: «Vorrei che su questa penosa vicenda di equivoci e gossip velenosi, perché di questo si tratta, calasse un pietoso silenzio. Del resto, tutti hanno smentito. Anche un audit interno».
L’Audit interno ha fatto sapere di aver setacciato tutte le consulenze degli ultimi anni di tutte le aziende del gruppo e il nome di Lisa Lowenstein non è mai comparso: «Nel periodo oggetto di analisi nessuna società del gruppo Finmeccanica ha intrattenuto rapporti con la signora Lowenstein né con le tre società menzionate “Made in museum srl”; “Mim Merchandising srl”, “Style Muffin Llc”».
Ieri è sceso in campo a difendere Grilli il sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo: «Il ministro ha chiarito tutto…».
L’informativa del Noe dei carabinieri, invece, fornisce un’altra lettura. «Questi scenari, di estrema delicatezza, che coinvolgono il ministro dell’Economia, la sua ex moglie, l’ad e il direttore generale di Finmeccanica, e altri soggetti a vario titolo coinvolti, si intrecciano con le indagini in corso e influenzano il ministro Vittorio Grilli nel prendere iniziative e/o decisioni a tutela degli azionisti e dell’azienda di Stato, perché tutti in qualche modo sono coinvolti e/o ricattabili, demandando, in ultima analisi, le decisioni alla magistratura».
Durante la cena «Da Rinaldo al Quirinale» il presidente di Finmeccanica racconta altri dettagli su Grilli e i guai economici della ex moglie: «A me l’ha detto Nagel», dice. Gotti Tedeschi: «Ti fidi di Nagel?» Orsi: «No. Però me l’ha detto, due verifiche».
Nagel, Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca e il vicedirettore Maurizio Cereda confermano agli inquirenti di Busto Arsizio, l’11 ottobre scorso, l’episodio: «Nel 2007-2008 – è il succo della loro deposizione – Alessandro Pansa (allora direttore finanziario di Finmeccanica, ndr) ci chiese un aiuto per risanare i debiti per circa 400-500.000 euro della signora Lisa Lowenstein».
L’operazione non andò in porto e Pansa – «persona nota per essere vicino al ministro Grilli» – ripiegò sulle consulenze.
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