Superbonus 110%: cessione o sconto in fattura? Prorogati i termini per comunicare l’opzione
Si allungano i tempi per comunicare all’Agenzia delle entrate l’opzione fra la cessione del credito d’imposta o lo sconto in fattura del superbonus 110%. Per le spese sostenute nel 2020, la comunicazione può essere effettuata entro il 31 marzo, rispetto al precedente termine del 16 marzo 2021.
Superbonus 110%: che cosa è
Il Superbonus 110% è un’agevolazione prevista dal Decreto Rilancio che eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022, per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.
Ulteriori sei mesi di tempo (31 dicembre 2022) per le spese sostenute per lavori condominiali o realizzati sulle parti comuni di edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate, posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche se, al 30 giugno 2022, è stato realizzato almeno il 60% dell’intervento complessivo.
Le nuove misure si aggiungono alle detrazioni previste per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, compresi quelli per la riduzione del rischio sismico (c.d. Sismabonus) e di riqualificazione energetica degli edifici (cd. Ecobonus).
Tra le novità introdotte, è prevista la possibilità, al posto della fruizione diretta della detrazione, di optare per un contributo anticipato sotto forma di sconto praticato dai fornitori dei beni o servizi o, in alternativa, per la cessione del credito corrispondente alla detrazione spettante. In questo caso si dovrà inviare una comunicazione per esercitare l’opzione. Il modello da compilare e inviare online è quello approvato con il provvedimento del 12 ottobre 2020.
Come funziona la detrazione
La detrazione è riconosciuta nella misura del 110%, da ripartire tra gli aventi diritto in 5 quote annuali di pari importo e per le spese sostenute nel 2022 in 4 quote annuali di pari importo, entro i limiti di capienza dell’imposta annua derivante dalla dichiarazione dei redditi. Per non perdere parte della detrazione è necessario avere dei redditi piuttosto alti e compensare l’imposta dovuta. La parte che eccede l’irpef dovuta, viene persa.
Ecco perché il contribuente potrebbe optare per la cessione della detrazione o per lo sconto in fattura.
Come funziona lo sconto in fattura e la cessione
Con lo sconto una fattura, il contribuente non sostiene alcun esborso economico per i lavori effettuati. Infatti, il fornitore applica direttamente in fattura lo sconto del 100% sul corrispettivo dovuto per i lavori. Il fornitore lo recupera sotto forma di credito d’imposta pari non al 100% ma al 110%. Il credito d’imposta può essere ceduto ad altri soggetti, comprese le banche.
La cessione può essere disposta in favore:
- dei fornitori dei beni e dei servizi necessari alla realizzazione degli interventi
- di altri soggetti (persone fisiche, anche esercenti attività di lavoro autonomo o d’impresa, società ed enti)
- di istituti di credito e intermediari finanziari.