Economia

Superbonus 110%: investimenti in crescita ma è anche boom di frodi

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In crescita gli investimenti ammessi al Superbonus 110%, che al 31 gennaio scorso hanno raggiunto un totale di 18,3 miliardi di euro in salita dai 16,2 miliardi contabilizzati al 31 dicembre scorso. Così rendono noto l’Enea e il ministero della Transizione ecologica indicando nella tabella nazionale 107.588 asseverazioni.

In particolare le detrazioni previste a fine lavori a carico dello Stato ammontano a 20,1 miliardi (14 quelle maturate per i lavori conclusi) per un totale degli investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione (69,5%) pari a 12,74 miliardi.
Le asseverazioni per i condomini sono state 16.348 e il totale degli investimenti è 8,81 miliardi; per gli edifici unifamiliari rispettivamente 56.342 e 6,16 miliardi e per le unità indipendenti le asseverazioni sono arrivate a 34.895 e gli investimenti a 3,35 miliardi.
Le regioni più attive, nel senso che hanno presentato più asseverazioni sono Lombardia ed Emilia Romagna, rispettivamente a 16.268 e 9.145, mentre Molise e Valle d’Aosta sono in coda alla classifica regionale rispettivamente con 620 e 281.

Numeri che confermano il crescente interesse degli italiani per le detrazioni fiscali per gli immobili, che hanno ricevuto nuova linfa con il Superbonus, la maxi detrazione Irpef al 110% per una serie di spese sostenute dai contribuenti per l’isolamento termico o la sostituzione di impianti di riscaldamento. La maxi agevolazione è stata introdotta dal Decreto Rilancio e ha come obiettivo finale il rilancio dell’economia italiana dopo al crisi scaturita dal Covid-19.

Un interesse confermato anche dal fatto che l’ultima Legge di Bilancio ha prolungato la possibilità di beneficiare della detrazioni fiscali nella misura più alta: così spazio fino al 2024 per fruire dei bonus casa, ecobonus, bonus mobili e fino al 2025 per il Superbonus 110%.

Superbonus 110%: crescita esponenziale delle frodi

Ma la crescita degli investimenti connessi al Superbonus va tristemente di pari passo con le frodi correlate alla maxi detrazione fiscale. Come riporta Il Sole 24 Ore, stanno via via emergendo in tutta Italia numerose truffe connesse alle detrazioni fiscali.

Come emerge dagli accertamenti in corso di istruzione nelle procure del Paese, sta venendo fuori un sistema illecito che ha permesso a numerose organizzazioni criminali di incassare il 50% dei 4 miliardi di crediti fiscali connessi alle detrazione.
Come aveva già rilevato qualche mese fa il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ad un anno dall’operatività della piattaforma per la cessione dei crediti e lo sconto in fattura, sono state già individuate truffe per 800 milioni di euro su 19,3 miliardi di scambi (6,5 per il 110% e 12,7 per gli altri sconti) e 2,5 milioni di operazioni.

I casi di frode che stanno mettendo in luce oggi le procure sono i più diversi come scrive il quotidiano di Confindustria.

Ci sono interi nuclei familiari – alcuni privi di reddito – che hanno fatto molteplici acquisti di crediti per oltre 3 milioni di euro. Un insospettabile pakistano, privo di alcun contratto di locazione valevole per l’agevolazione e in assenza di dichiarazioni fiscali per gli ultimi due anni, ha dichiarato la cessione di crediti per bonus locazioni per oltre 16 milioni di euro.
Un senzatetto, invece, ha dichiarato di aver comprato 6 milioni di euro di crediti bonus facciate da un altro soggetto, anch’egli nullatenente e sconosciuto al fisco.
Poi c’è il caso di un personaggio privo di reddito, ospite di un centro di recupero, che ha aperto una partita Iva come procacciatore d’affari e ha tentato di cedere a un intermediario finanziario oltre 400mila euro di crediti fittizi, poi venduti a una società di costruzioni.

Lo schema fraudolento venuto fuori dalle indagini individua una certa circolarità dei crediti  creati sulla base di lavori edili mai effettivamente realizzati e che sarebbero passati freneticamente di società in società e verso persone fisiche, solo con lo scopo di truffare.
Il governo è intervenuto per far fronte a queste anomalie con il decreto Sostegni ter che prevede il blocco della cessione multipla dei crediti d’imposta prevedendo, di fatto, una sola cessione da parte dell’impresa agli intermediari finanziari.

Stessa cosa per lo sconto in fattura: i contribuenti che effettuano lavori agevolabili con il Superbonus al 110%, possono cedere il loro bonus fiscale vedendosi ridurre il costo dell’intervento agevolato. Dal quel momento in poi, ossia da quando lo sconto si trasforma in credito d’imposta per l’impresa, scatta il nuovo vincolo di una sola cessione.