MILANO (WSI) – In continuità rispetto all’analisi di settimana scorsa, verifichiamo come si sono comportati i grafici nella prima settimana dell’anno nuovo. In realtà i giorni utili sono stati soltanto tre, a causa delle festività che hanno visto diversi mercati chiusi in alcuni giorni.
EURUSD:
Nonostante la forza del trend citata nel precedente articolo, il livello di 1.38 ha retto davvero molto bene, spingendo il prezzo a ribasso con due giornate discretamente volatili. Questo succede anche perché con l’assenza di diversi fondi e large traders, chiusi per le festività, la bassa liquidità rende più semplice lo spostamento del prezzo ed è quindi un fenomeno facilmente visibile in questi periodi dell’anno.
Ora però ci troviamo con il cambio principale sotto al livello 1.3650, che ha provato a resistere per una seduta cedendo poi nella giornata di venerdì. Il trend di medio/breve periodo si sposta quindi su terreni negativi e quindi adesso ha più senso cercare spunti operativi ribassisti almeno fino a 1.3500, che sembra il target più logico.
Il grafico a 4 ore è perfetto per poter operare, attendendo un segnale di inversione ribassista sul retest come resistenza di 1.3625 come indicato in figura 1.
GBPUSD:
Sul cable invece non si riscontrano cambiamenti e la forza rialzista non mostra segni di cedimento. Il livello di supporto di 1.6400 regge saldamente ed è quindi possibile, entro uno o due giorni al massimo, intercettare un segnale di acquisto proprio in questa zona. Tutto dipende da che tipo di giornate si sviluppano tra lunedì e martedì.
Quello di cui abbiamo bisogno per poter acquistare questo cambio è di un segnale candlestick (l’analisi delle candele) di tipo pin o inside. La pin, nota a moltissimi trader, indicherebbe che la spinta ribassista si è conclusa e che la prossima direzione del prezzo sarebbe rialzista. L’inside invece indicherebbe riduzione di volatilità, e sarebbe quindi possibile aspettarsi un movimento in direzione di trend alla ripresa di movimenti volatili.
Per concludere, un indicatore che potrebbe venirci comodo in questo caso è Fibonacci. È universalmente riconosciuto che un buon ritracciamento conclude la sua corsa fra il 50% e il 61% di Fibonacci, ed in questo caso il cable si trova proprio su questi livelli, come indicato in figura 2.[ARTICLEIMAGE]
AUDUSD:
Sull’Aussie si è invece concretizzato lo scenario previsto nell’articolo dello scorso lunedì. Tecnicamente abbiamo tutto il necessario per poter inserire un ordine pendente di vendita sotto il minimo della pin in formazione, ovvero sul prezzo 0.8875 come individuato in figura 3.
Il difetto di questo grafico è soltanto quello di avere un segnale molto esteso e quindi il risk/reward ne risentirebbe, oltre al fatto che si andrebbe a vendere a qualche decina di pips da un supporto molto importante.
Trade dunque possibile ma con alcuni difetti di non poco conto. La scelta di eseguire o meno questo deal dipende per lo più dalla propensione al rischio di ogni singolo trader. [ARTICLEIMAGE]
USDJPY:
Chiudiamo l’articolo ancora con lo USDJPY, con un possibile trade di conformazione anche qui non privo di rischi. Trend di lungo periodo molto deciso a rialzo, ritracciamento eseguito, pin molto slanciata in formazione.
Qui abbiamo, come difetto principale, il ritracciamento un po’ corto, nel senso che non raggiunge il 50% di Fibonacci. Livelli di rimbalzo e ciclicità sono invece molto buoni. Tutto raffigurato in figura 4.[ARTICLEIMAGE]
L’autore Lucas Bruni è analista e formatore in Professioneforex e Autore di TRADERS’ Magazine Italia
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