Per il terzo anno consecutivo, il surplus commerciale della Germania è risultato il più ampio al mondo. Le cifre pubblicate in giornata e relative all’anno 2018 non fanno che dare ragione a Donald Trump quando accusa le autorità tedesche di pratiche commerciali ai limiti della legalità.
Il presidente Usa e il gruppo dei politici e cittadini euroscettici accusa la Germania, prima potenza economica d’Europa, di approfittare di un euro debole per potenziare l’export. Il surplus commerciale tedesco costringerà ora i funzionari europei a giocare sulla difensiva nei colloqui con gli Stati Uniti sui dazi.
Con ogni probabilità i dati pubblicati dall’IFO finiranno per alimentare le critiche che da tempo vengono mosse alle politiche fiscali della Cancelliera Angela Merkel. Il surplus delle partite correnti, che comprende i flussi di beni, servizi e investimenti nel paese, è stato pari a 294 miliardi di dollari.
Al secondo posto dietro alla Germania si piazza il Giappone, con una cifra ben inferiore ($173 miliardi). La Russia è terza con un surplus pari a $116 miliardi. In rapporto al Pil, il surplus tedesco si è ridotto per il terzo anno di fila, al 7,4% dal 7,9%.
Germania, con i dazi calo dell’export in Usa del 50%
L’avanzo commerciale tedesco non fa infatti altro che confermare le disparità non solo con le altre economie del mondo ma anche con i partner commerciali interno della stessa area euro. Sono le disparità che l’amministrazione Trump contesta e che hanno spinto il governo americano a intraprendere misure che possono compromettere l’esistenza dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO).
E che ora l’inquilino della Casa Bianca potrà usare come arma, come giustificazione del suo operato per azzerare e rivedere le norme che regolano gli scambi commerciali. I dati giungono in un momento non ideale per i negoziatori europei, impegnati a scongiurare l’imposizione di dazi Usa sulle auto importate dal Vecchio Continente.
I due blocchi stanno infatti trattando per provare a stringere un nuovo patto commerciale. Sui mercati l’effetto è stato quello di un indebolimento dell’euro. I timori di una serie di dazi sulle auto europee pesano sulla moneta unica, che sul Forex scivola ai minimi di seduta nella fascia 1,1280/70 dollari.
Trump potrebbe imporre dazi sulle vetture importate dall’Ue. In un primo momento la misura avrebbe un impatto negativo soprattutto sulla Germania. Secondo i calcoli del think tank tedesco IFO, un dazio del 25% potrebbe implicare un calo del 50% delle esportazioni negli Stati Uniti.
Euro penalizzato da dati bilancia commerciale Eurozona
A pesare sull’euro sono anche i dati sorprendentemente negativi sulla domanda mondiale di euro a dicembre dell’anno scorso. L’avanzo delle partite correnti si è ridotto ulteriormente e più delle previsioni nell’ultimo mese dell’anno. Il dato si è attestato a 16,2 miliardi di euro dai 22,6 miliardi di novembre (cifra ritoccata al rialzo).
Il consensus era per un surplus di €21,4 miliardi di euro a dicembre, pertanto il risultato è scoraggiante per i mercati. L’avanzo complessivo nel 2018 è stato di 343 miliardi in area euro, un valore inferiore rispetto ai 362 miliardi dell’anno precedente. E che equivale al 3% del Pil della regione.