ROMA (WSI) – Riportiamo di seguito l’articolo integrale scritto da Alberto Branchetti, ricercatore e lettore di Wall Street Italia.
L’economia europea è in “crisi”, ed è ormai da diversi anni che non riesce ad entrare in una fase di “espansione economica”. Piuttosto, continua a languire in uno stato dormiente di “stagnazione”.
Dobbiamo prendere atto che, a causa di questa lunga crisi economica, i cittadini e gli imprenditori europei hanno modificato le loro “scelte di vita” e che, insieme alla globalizzazione ed all’innovazione di Internet, la Bce e l’Unione europea incidono direttamente sul sistema economico e determinano, in alcuni casi, la quasi inutilità delle “leve e tecnicismi economici tradizionali” utilizzati da governi.
Il dato di fatto è che il sistema economico europeo non è più in grado di creare “ricchezza diffusa” mentre causa un aumento “generalizzato” di debito pubblico.
Quando il sistema economico è nella fase “espansiva” crea “ricchezza diffusa”, incide sul miglioramento della vita di cittadini, dipendenti e imprenditori, porta sviluppo e progresso economico-sociale.
L’impresa ed il lavoro, proprio per la crisi economica che stiamo attraversando, producono minore “ricchezza diffusa” perchè drenata pesantemente “a monte” dal sistema bancario con gli interessi passivi e dagli Stati con le imposte/tasse che sono sempre direttamente o indirettamente collegate al debito pubblico europeo.
Questi i punti principali da tenere in considerazione
- Il debito pubblico europeo è diventato il “parametro economico reale” di riferimento per gli Stati e per il sistema finanziario, bancario e produttivo di tutta l’Europa.
- Il debito pubblico europeo blocca la nascita di nuova “ricchezza generalizzata”, blocca l’innovazione, lo sviluppo ed il progresso economico-sociale.
- Il debito pubblico europeo crea “caos economico”; per ristabilire “l’armonia e l’ordine economico” necessari per entrare in una fase di espansione deve essere “abbattuto”. Per entrare nel breve periodo in una fase di “espansione” è necessaria insomma la “ristrutturazione del Debito Pubblico”.
- Esistono leve economiche e macro che potrebbero essere adottate ed incidere sul “debito”, ma non senza che il sistema finanziario, bancario e gli Stati e i cittadini subiscano ulteriori gravi “danni” economici e sociali.
- Il debito pubblico dovrebbe essere “ristrutturato” nel 2016, oppure negli anni a venire nulla potrà esimere l’Europa da questa “azione”.
Gli Stati sovrani (non solo europei) dovrebbero modificare alcune regole che loro stessi si sono dati e che sono risultate essere oggettivamente sbagliate.
Valutazioni
Il debito pubblico europeo al 31.12.14 era di 12.363.291.000.000 euro, e dobbiamo necessariamente valutare che:
- Le privatizzazioni, chieste agli Stati dalla UE, non riusciranno a sanare mai del tutto il debito pubblico perchè complessivamente valgono pochi miliardi di euro.
- Se anche, per ipotesi, ai detentori del debito pubblico europeo venissero trasferite le infrastrutture pubbliche, tale valore probabilmente non riuscirebbe mai a coprire gli oltre 12 mila miliardi di euro del debito.
- L’avanzo primario dei paesi UE è talmente esiguo che sarebbe necessario oltre un secolo per diminuire il debito pubblico.
- L’Europa, se vuole entrare in una fase di espansione economica, non puo’ essere ancorata al debito pubblico e darsi, come “margini di manovra”, la diminuzione dello stesso per lo “zero virgola”, i tagli alla spesa pubblica, l’aumento delle imposte e delle tasse che, invece, dovrebbero essere diminuite.
- La creazione e l’immissione di moneta nel sistema finanziario e nell’economia reale, da parte della Bce, genera espansione economica nel lungo periodo, durante il quale si potrebbero “inserire” nuove “dinamiche economiche”, anche esterne all’Europa.
- Lo sviluppo economico europeo e il progresso si ottengono con la creazione di “ricchezza diffusa” e non con il debito pubblico o privato; il debito è un mezzo ”complementare e sussidiario” all’impresa, al lavoro e all’innovazione.
- L’Europa potrebbe diventare la prima potenza economica mondiale adottando visioni economiche progressiste e innovative.
- Le nuove tecnologie informatiche e l’innovazione tecnologico/scientifica accorciano positivamente i tempi di reazione della finanza, dei mercati e dell’economia reale. La politica è chiamata a “liberare” queste “forze economiche” per perseguire il progresso economico-sociale europeo.
Proposta: ristrutturare il debito pubblico europeo
I debiti pubblici dei paesi della Unione Europea dovrebbero essere svalutati del 90% mentre, con il residuo 10% che rimarrebbe a carico degli Stati.
Guardando ai dati del 2014 del debito pubblico europeo- che ammonta appunto a 12.363.291.000.000 euro – il 10%, ovvero 1.236.329.100.000 euro dovrebbe rimanere a carico degli Stati.
Per “saldare” il 90% del debito pubblico europeo la Bce dovrebbe essere “delegata” a creare moneta per 11.126.961.900 euro. La Bce dovrebbe inoltre provvedere a trasferire la moneta di competenza alle banche centrali dei singoli paesi che, a loro volta, salderebbero i creditori. I tempi di questa operazione sono importanti: in dodici mesi la Bce dovrebbe raggiungere l’obiettivo e creare 927.246.825.000 euro ogni mese.
Esempio
Nel 2014 il debito pubblico della Germania era di 2.184.302.000.000 euro. Sempre nel 2014 il PIL della Germania era di 2.915.650.000.000 Euro. Il 10% di 2.184.302.000.000, equivale a 218.430.200.000 euro: questo dovrà essere di conseguenza il nuovo debito pubblico ristrutturato della Germania.
I nuovi obblighi degli Stati Ue
Gli Stati della UE dovrebbero approvare un Trattato per impegnarsi a:
- Formare un Parlamento Europeo con pieni poteri decisionali e legislativi, eletto da tutti i cittadini entro tre anni dalla data di ristrutturazione del debito pubblico.
- Costituire la Banca Pubblica Europea (BPE), con il potere di creare moneta.
- Non superare il nuovo debito pubblico ristrutturato(in caso di sforamento dovranno preventivamente trasferire “asset” nazionali alla BPE per lo stesso valore).
Finalmente un nuovo sviluppo economico-sociale per l’Europa
La conseguenza della ristrutturazione del debito pubblico comporterebbe una nuova “massa” di moneta (circa 11.000.000.000.000 di euro) che verrebbe immessa nel circuito finanziario europeo, cambiando debito pubblico con denaro contante immediatamente utilizzabile.
Gli sforzi e le decisioni economiche della finanza Pubblica e del sistema finanziario europeo non sarebbero più focalizzate, come adesso, sul debito pubblico, ma potrebbero finalmente rivolgere la loro “forza” e il loro lavoro su altri “soggetti economici”.
Tutto il sistema ne trarrebbe un beneficio economico-sociale e per l’Europa potrebbe finalmente iniziare sul serio una nuova fase di sviluppo, che permetterebbe a cittadini, dipendenti e imprenditori di godere di nuove prospettive di vita e di lavoro, perseguendo quel benessere economico-sociale che è parte integrante dei principi di libertà e democrazia.
Alberto Branchetti