NEW YORK (WSI) – Non capita tutti i giorni che i grandi capitani d’industria della corporate america si siedano intorno a un tavolo per discutere del futuro.
E’ quanto e’ successo lo scorso anno, quando Warren Buffett di Berkshire Hathaway, Jamie Dimon di JPMorgan Chase e Mary Barra di General Motors per citarne solo alcuni, si sono incontrati a New York nella sede di Jp Morgan per mettere insieme i principi che dovrebbero guidare la governance delle societa’ quotate. I dettagli di quell’incontro che, nelle intenzioni sarebbe dovuto rimanere segreto, sono trapelati già mesi fa sulla stampa e ieri sono stati pubblicati su Internet all’indirizzo governanceprinciples.org.
“La nostra prosperità dipende dalla gestione efficace delle società [pubbliche], che è il motivo per cui la governance è importante”, si legge nella lettera, che mette sotto i riflettori le ragioni per le quali, in un periodo in cui le societa’ ottenere prestiti a costo zero dovrebbero quotarsi”.
Il processo di quotazione non solo e’ costoso ma una volta avuto accesso al mercato le societa’ devono sottostare a nuove regole imposte dalla legge. In ogni caso, la proposta Dimon-Buffet non presenta una risposta unica ai molteplici problemi, ma mette in luce alcuni degli aspetti piu’ problematici nella relazione tra investitori e aziende quotate.
Un esempio per tutti, la questione delle previsioni degli utili. “I nostri mercati finanziari sono ossessionati dalla diffusione delle stime trimestrali” – si legge nella lettera. “In realtà le societa’ dovrebbero sentirsi obbligate a diffondere le stime solo qualora le societa’ stesse le ritengano importanti per gli azionisti”.
Più’ in generale viene fatto il punto della situazione delle societa’ quotate. E la fotografia che emerge e’ tutt’altro che confortante:dal 1996 al 2012, i gruppi che hanno deciso di sbarcare in Borsa si sono praticamente dimezzati, passando dagli 8.025 punti ai 4.101 (dati National Bureau of Economic Research).