La Svezia, se si parla del superamento del contante, è uno dei Paesi in prima fila nel mondo. Secondo quanto riferisce il New York Times, nel Paese il contante rappresenta appena l’1% dell’economia, contro l’8% negli Usa e il 10% in Europa. Appena il 10% degli svedesi dichiara di aver utilizzato il contante nel corso dell’ultimo anno e circa la metà delle 1.400 filiali bancarie del Paese nemmeno accettano più i depositi di moneta fisica. In prospettiva, infine, si prevede che metà degli esercizi commerciali cesseranno di accettare il pagamento in carta e monete entro il 2025.
Fra i primi a testare il completo abbandono della “corona fisica” è stato il colosso dell’arredamento Ikea. Il punto vendita di Gavle, a nord di Stoccolma, ha deciso di impedire temporaneamente i pagamenti in contanti, tenendo conto che essi vengono utilizzati da meno dell’1% dei clienti. Il test finora ha messo in difficoltà solo 1,2 clienti ogni 1.000: per coloro che non erano in grado di pagare in altro modo, se non in contanti, Ikea ha deciso di offrire degli omaggi. In tal modo si cerca di incentivare il ritorno muniti di carte di credito o altri mezzi di pagamento.
Nel frattempo una commissione parlamentare è stata attivata per studiare le implicazioni del futuro addio completo ai contanti, per comprendere se ciò in determinate condizioni possa costituire dei rischi. “Dobbiamo fermarci e pensare se questo [progresso] è positivo o no, e non limitarsi a sedersi e lasciare che accada”, ha detto Mats Dillén, l’uomo a capo della commissione parlamentare svedese dedicata al tema, “se il denaro scompare, questo sarebbe un grande cambiamento, con importanti implicazioni per la società e l’economia”. In particolare, si starebbe indagando sul destino dei pagamenti online e dei conti bancari se una rete elettrica dovesse guastarsi, se i server venissero ostacolati da interruzioni di corrente, hacker o persino in caso di eventi bellici.