STOCCOLMA (WSI) – La Svezia vive in un paradosso invidiabile, in cui per la verità molte nazioni dal Pil anemico come l’Italia vorrebbero trovarsi: l’economia sta crescendo a ritmi difficilmente riscontrabili in qualsiasi altra area d’Europa, più tipici di paesi in pieno sviluppo. Il boom del Pil del +4,5% su base annuale nell’ultimo trimestre del 2015, tuttavia, è in realtà una pessima notizia per la banca centrale.
Il tasso di crescita economico è ben superiore al +3,6% atteso e anche sopra il +4,1% dei tre mesi precedenti. Su base trimestrale, il Pil si è espanso dell’1,3%, quasi il doppio del +0,7% che gli economisti si attendevano in media. Anche in questo caso, su base trimestrale il risultato è stato migliore di quello visto nel trimestre precedente.
Sulla carta un’economia industrializzata dell’occidente che cresce del 4,5% – tassi da mercati emergenti – è una notizia assolutamente eccezionale e positiva. In tempi normali, lo è, ma per la Svezia e la sua banca centrale, la Riksbank, non è affatto il caso.
L’istituto centrale infatti sta cercando di raggiungere due obiettivi: spingere l’inflazione vicino al livello del 2% che è anche il target fissato dalla Bce e che nell’area euro, appena ripiombata in una fase di deflazione per la prima volta dopo cinque mesi nonostante politiche ultra accomodanti, sembra lontano anni luce.
L’altro obiettivo delle autorità di politica monetaria, il più importante forse, è quello di svalutare la corona svedese nei confronti dell’euro, il che renderebbe più probabile centrare gli obiettivi prefissate in termini di prezzi al consumo armonizzati.
Il problema è che con queste cifre economiche stellari, la corona di Svezia si sta rafforzando nei confronti della moneta unica da stamattina. Al momento la divisa scandinava è lo 0,5% sopra i livelli di chiusura degli scambi venerdì. L’andamento è esattamente l’opposto di quello che vorrebbe la banca centrale di Svezia.
L’inflazione, seppure più elevata di quella dell’Eurozona, è ferma allo 0,8%.