Economia

Enrico Giovannini: infrastrutture e mobilità saranno modello dello sviluppo sostenibile

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Un nuovo approccio, quello del Pnrr basato sui principi dello sviluppo sostenibile, per pianificare, programmare, progettare e realizzare le infrastrutture di un Paese più moderno, competitivo e resiliente, in coerenza con i principi dell’Agenda 2030 dell’ONU, del Green Deal europeo e con i piani nazionali generali e settoriali di riferimento. È quello introdotto dall’allegato infrastrutture al Documento di Economia e Finanza, approvato ieri dal Consiglio dei ministri.

Il nuovo processo di pianificazione si inquadra all’interno della strategia adottata dal Ministero delle infrastrutture e mobilità e con i contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Fondo complementare.

“Abbiamo pochi anni per realizzare i progetti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza utilizzando al meglio i fondi europei e nazionali a disposizione”, ha commentato il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims), Enrico Giovannini. “È necessario pianificare infrastrutture e mobilità in modo innovativo, individuando le priorità secondo una strategia sistemica e integrata. L’allegato innova il modello di programmazione per realizzare gli interventi necessari a interconnettere le aree del Paese, per migliorare le infrastrutture idriche e accrescere la qualità dell’abitare, riducendo le disuguaglianze territoriali, per essere più competitivi, equi e sostenibili”.

Che cosa dice l’allegato al Def

L’allegato al Def, documento programmatico che descrive le scelte del Governo in materia di infrastrutture e mobilità, illustra i risultati delle analisi di contesto necessarie per definire le opere prioritarie per lo sviluppo del Paese e descrive la strategia di lungo periodo del Piano Generale dei Trasporti e della Logistica (PGTL) e del Documento Pluriennale di Pianificazione (DPP).

“Il documento non è solo un piano di spesa, ma un modo nuovo di programmare l’Italia che si vuole costruire nei prossimi dieci anni”, aggiunge Giovannini spiegando che il piano si sviluppa secondo quattro direttrici: l’analisi dei fabbisogni, nuovi criteri per la definizione delle priorità, coerenza con le programmazioni nazionali e settoriali e valutazione dell’impatto degli investimenti sui 17 Obiettivi sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu.“Abbiamo introdotto il ‘Piano Processo’, un metodo per pianificare gli interventi che prevede nuovi parametri per la selezione delle opere, aggiornamenti, approfondimenti e decisioni in fasi successive con la possibilità di revisione delle scelte in caso di mutamento dei contesti e valutazioni ex ante ed ex post degli interventi per compiere scelte più razionali e funzionali al raggiungimento degli obiettivi di medio termine”.

Con questo documento – spiega un nota –  che riporta in appendice l’elenco delle opere programmate, il Mims intende contribuire alla transizione ecologica e digitale, a migliorare la sicurezza e il benessere delle persone riducendo le disuguaglianze territoriali, economiche e sociali e ad accrescere la competitività delle imprese nel rispetto dell’ambiente.

Autobus ecologici: 600 milioni per le regioni

A conferma del ruolo centrale della sostenibilità nel piano dei trasporti, la scorsa settimana la Conferenza Unificata Stato-Regioni-Autonomie locali e la Conferenza Stato-Regioni ha approvato gli schemi di decreto del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims), per l’acquisto di autobus a basso impatto ambientale. 

Un pacchetto da 600 milioni di euro, che dovranno essere spesi negli anni dal 2022 al 2026 per l’acquisto di autobus a basso impatto ambientale adibiti al trasporto pubblico extraurbano e suburbano, con alimentazione a metano, elettrica o a idrogeno, e per le relative infrastrutture di alimentazione.

La Regione con la quota maggiore di assegnazione di risorse è la Campania con oltre 64 milioni di euro, seguono la Lombardia con circa 61 milioni, la Sicilia con 56,5 milioni, la Puglia con 47,4 milioni, il Lazio con 47 milioni.