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I primi risultati sul voto locale nel Regno Unito, avvenuto giovedì, hanno rivelato un netto declino nei consensi per i due partiti storici: i conservatori hanno perso oltre 400 seggi (in tutte le aree, siano esse favorevoli al Remain o al Leave), mentre i laburisti ne avrebbero persi circa 80. Si tratta di un segnale
Ancora più allarmanti per i Tory le prospettive per le elezioni europee che appaiono disastrose riuscendo a guadagnare solo il 17% dei consensi.
Boris Johnson ha pronunciato un discorso dai toni accesi al congresso dei Conservatori, che vede contrapposte correnti sui negoziati con l’Ue. Premier sulla graticola.
Gli ultimi sondaggi prevedono che il partito conservatore inglese perde punti e scende 44% mentre i labouristi arrivano al 35 per cento.
Nessun accesso al Mercato unico europeo “à la carte” per la Gran Bretagna, se ne vuole far parte deve accettare le quattro libertà europee, compresa quella di movimento delle persone: lo ha detto il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, precisando che nessun negoziato informale potrà essere avviato col Regno Unito fintantoché non verrà attivato
Due blocchi sociali contrapposti e antagonisti producono l’asimmetria di una società che li fa convivere senza che comunichino tra loro. Da una parte i neo-poveri e chi vuole cambiare, in cerca di futuro; dall’altra i conservatori garantiti e pseudo-ricchi, che non mollano i privilegi. Opinione di Massimo Fini
Si terrà entro il 2017. Allarme laburisti: “il suo discorso produrrà incertezza e frenerà gli investimenti esteri”. Il premier: “non sono un isolazionista ma voglio un’Unione europea migliore”. E ancora: “senza riforma rischiamo di lasciare”.