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Conclusa l’acquisizione da parte della Ferrero dell’attivitĂ dolciaria della Nestlè diventando così il terzo big dolciario dopo Mars e Hersey.
Dopo le inscrizioni degli ultimi giorni, è arrivata la conferma ufficiale. Per 2,8 miliardi di dollari, tutti in contanti, la Ferrero batte la concorrenza di Hershey e si aggiudica l’attività dolciaria della Nestlé negli Stati Uniti, business che nel 2016 ha assicurato circa 900 milioni di dollari di ricavi.
Secondo indiscrezioni stampa, Ferrero sarebbe vicina all’acquisto delle barrette di cioccolato americane di Nestlé per 2,8 miliardi di dollari. Un accordo – che sempre secondo i rumors – potrebbe essere chiuso entro domenica. L’acquisizione punta a rafforzare la presenza di Ferrero negli Stati Uniti e ampliare il suo portafoglio prodotti.
Sale a due miliardi e mezzo di dollari l’offerta che la Ferrero avrebbe messo sul piatto per accaparrarsi le barrette della Nestlè.
Un’operazione da due miliardi di dollari con la quale Ferrero potrebbe diventare il terzo produttore americano di dolciumi.
La Ferrero punta al business degli snack sul mercato Usa che Nestlé ha messo in vendita diversi mesi fa.
L’azienda dolciaria di Alba, Ferrero, avrebbe confermato il cambio di ricetta, precisando però che qualitĂ e gusto della crema rimarranno invariati.
La Ferrero si è resa conto che avere tutte le uova in un unico cesto, ossia la Turchia è un pericolo.
Ferrero continua a fare shopping in Usa, un mercato in cui mise è presente dal 1969. Dopo aver acquistato in primavera Fannie May Confections Brands, l’azienda di Alba ha comunicato un’intesa per comprare la Ferrara Candy,  terza azienda dolciaria più grande in Usa. La transazione, il cui valore non è stato annunciato, dovrebbe concludersi nel quarto trimestre del 2017.
Ferrero, fra le società italiane che godono della miglior reputazione nel mondo, sarebbe interessata all’acquisizione della divisione dolciumi confezionati statunitense di Nestlé, di un valore stimato di 3 miliardi di dollari. Lo scrive il sito di intellicence Dealreporter, citato dal Sole24Ore, aggiungendo che una banca di investimento sarebbe stata incaricata da Nestlé per studiare una